mercoledì 18 maggio 2011

La politica dell'esultanza


Semplice e banale riflessione.
Tra ieri ed oggi ho sentito i commenti più disparati sull'esito delle votazioni.
Che i voti di Milano, Napoli, Torino e Bologna abbiano riflesso - politicamente parlando - parte degli umori del popolo sovrano (si badi, non si discosta da quello tanto acclamato da SuperSimo nei suoi reality, anzi, in parte coincide), non c'è nulla da dire.
C'è da ridire, invece, sulle dichiarazioni post-partita. Quante belinate, e scusate il genovesismo, ho dovuto sentire:
1) come fa B. ad esultare? Pensava di vincere facile - bonciboncibobobon - a Milano, ed è al ballottaggio. Proclamava, pena suo funerale mediatico, l'ottenimento di 53.000 preferenze, e ne ha ottenute meno di 28.000. Ma perchè allora il suo stuolo di ciarlatani esulta festante al pareggio (eh?)?.
2) Ma non parliamo del B. dell'altra sponda (e non mi riferisco a Vendola). Allora, a Napoli il PD non è neppure riuscito ad arrivare al ballottaggio, ma a Milano è riuscito a fare ancor peggio: manco aveva il candidato!! Ed ora che fa? Si bulla?! Machesiesultaalloraquell'altrolì?
Mi chiedo io: "ma non potete uscirvene per una volta con un sanissimo: abbiamo fatto cagare, scusate".
Il pensierino mio personale è questo: spero che gli italiani abbiano capito che, a prescindere dall'ideologia più radicale e dall'anti-questo o quello, ciò che conta non è l'insulto ma la parola, il fatto. Questa freddezza dai due maggiori partiti mi piace pensarla come voglia "vera" di cambiamento: "tu hai creato solo spazzatura? Bene, neanche ti considero"; "tu in campagna elettorale invece di programmi promuovi insulti? Bene, neanche ti considero". Insomma, l'idea non di schieramento, mica si va in guerra anche se sempre più così viene intesa la politica, ma di - passatemi il termine - proponimento.
Non starò mica parlando di "deriva populista"?
La Lega (anche se ha deluso) non avrà mica un Grillo per la testa?

(foto tratta da http://www.gazzetta.it/foto_del_giorno/home/2010/11/17/river.shtml)

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