martedì 2 agosto 2011

Quieto vivere, ma anche no!



Credo di essere una persona estremamente pacata, calma, capace di ascoltare ed incassare eventuali discorsi inutili e/o terribilmente noiosi nonchè situazioni nelle quali urlare o dare uno schiaffo in faccia a mo' di "oh, ma ti svegli?!" sarebbe più che lecito.
Tuttavia, ritengo sia fondamentale per il quieto vivere all'interno dell'ambiente lavorativo, di un rapporto rapporto di amicizia, o in altre circostanze, sembrare il meno possibile distaccati dai discorsi dei quali proprio nun ce ne pò fregà di meno oppure socchiudere gli occhi e lasciar correre.
Ovviamente, il tutto con limiti.
Prima soglia di tolleranza: chi è l'interlocutore?
Può accadere, infatti, che una persona con diversi (interessanti) interessi, con la quale si ha piacere di condividere il tempo, e che si ha, dunque, il piacere (2) di frequentare, possa incappare in una "giornata storta" ed attacchi un inutile pistolotto.
In questi casi nulla quaestio, tolleranza alta e si annuisce anche compiaciuti, magari aggiungendo anche qualche inutile frasetta di stile.
Comunque in-coscienza che poi, dopo il mezzo passo falso, tutto tornerà come prima.
Seconda sogli di tolleranza: chi parla e non ascolta.
Accade sovente che all'interno di un gruppo vi sia chi parla e non ascolta, appunto.
Chi vuol essere al centro dell'attenzione vomitando addosso agli altri parole inutili e le più dense cagate pur di non permettere a nessuno di rubargli il trono.
In questi casi anche la mia sana pazienza inizia a vacillare.
Nella mia testa balenano diverse possibili reazioni.
La più ovvia sarebbe quella di alzarsi ed andarsene, la più spettacolare - ma meno, appunto, diplomatica - quella di lavare il/la malcapitato/a col cocktail/bibita che mi trovo davanti, la più logica (ricordatevi che siete in compagnia) è, purtroppo, quella di tentare di sopportare, magari avendo la fortuna di trovarsi in compagnia di altra gente che ha detto stop, con suicidio del/della ciarlatano/a. Soluzione preferibile, un bel maxischermo con una partitona di calcio (distraction).
Tolleranza media.
Terza ed ultima soglia di tolleranza: la persona dell'interlocutore che ripropone per cento volte la stessa domanda ed annuisce alla risposta senza stare minimamente ad ascoltare e, pronti via, partorisce nuovamente la stessa domanda.
Se vi ritrovate in questa categoria vi consiglio vivamente di non rivolgermi la parola o, quantomeno, di non farmi domande.
Tolleranza inesistente.
Ad un vostro simile comportamento, comunque, non urlerò né mi agiterò, tranquilli.
Se sarete accorti vedrete il mio nervetto oculare vacillare, ma per tutto punto otterrete un'acida risposta, il più delle volte sarcastica e di difficile comprensione; i risultati che mi attendo sono: 1) la conferma dello scarso livello di intelligenza del mio interlocutore; 2) l'aver comunque mantenuto un ottimo rapporto, può sempre servire.
Step 2: tolleranza superata e nuova stupida domanda portano ad un vaffanculo assicurato.
Il quieto vivere, se possibile, prima di tutto.

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