martedì 29 novembre 2011

Scazzo vs Amarillys 0-1

Scazzo.

Da ieri e aumentato in modo esponenziale in serata come solo i genitori riescono a far aumentare..(ma é un dono innato?! Ne parlavo proprio ieri a pranzo con my name is nick e gli altri compagni di studio..)

Bus per andare a lavoro, stamattina, 8.45.

Arriva un sms.

Sbuffo mentre cerco il cellulare in borsa.

Merda sarà il capo che mi rompe..uffffff

..e invece..

buona giornata..bacio..

Sorriso..

..a 12000 denti che rimane stampato lì per un po'.



(Tranquilli! Poi lo scazzo é tornato..non sia mai che mi abbandoni in questo periodo, ma questa battaglia l'ho vinta io!!)

Presa per il culo.

Uno pensa, "tolto Lui ed ecco che forse la politica si colora di serio". E invece no! Qui ci si sbaglia, perché se i fedelissimi sono stati fedelissimi un motivo ci sarà pure anche stato, o no?
Ed ecco che Scilli tira fuori l'ennesima vacca(ta) ed intrattiene la platea con un discorso non-sense contro le banche ed i poteri forti. Parole pesanti.
Al suo fianco si presenta anche l'avvocato/scrittore Alfonso Luigi Marra, famoso, tra l'altro, per aver reso "attori per caso" personaggi del calibro di Ruby Rubacuori, Lele Mora nonché la mono-espressiva Manuela Arcuri, facendendoli testimonial dei sui libri di (suc)cesso. Qui la commovente interpretazione della Manuelona nazionale.
La strana coppia, però, diventa uno strano trio quando si palesa in tutta la sua strabordante bellezza la quasi dimenticata Sara Tommasi (a proposito, anche lei testimonial dei libri dell'avvocato).
Ed è proprio lei il nocciolo della questione.
Fin dalle prime, e rimaste poche, volte che l'ho sentita parlare, ho notato la classica e forbita parlata Bocconiana. Leggendo superficialmente la notizia mi aspettavo fosse solo la madrina dell'evento, mai errore più grande! In questa "battaglia" ha voluto, infatti, partecipare attivamente con un suo personalissimo slogan : "In culo alle banche"; affermando, poi, decisa che "l'importante è che le banche non stampino dei soldi gratuitamente e, e, nel senso da legittime proprietarie". Parole forti mi vien da dire.
Non gliene voglia l'ex rettore ed attuale Premier Mario Monti, i posti da sottosegretari sono ancora vacanti.
Ad ogni modo, scesa in piazza, ha manifestato attivamente. Non con striscioni, né megafoni o fumogeni, semplicemente esponendo al pubblico un gigantesco lato B.



In tutto questo ciarpame (mi riapproprio di un termine caro ad un altro B.) il vero problema da nessuno considerato è che il culo della Tommasi è letteralmente esploso! Flaccido, cadente, attaccato in ogni dove dal nemico più temuto dalle donne: la cellulite. Le mutande della nonna, poi. Non mi si dica che sono altri tipi di mutanda! Guardatele bene se riuscite, sono la copia dei mutandoni indossati dalla sensualissima Renee Zellweger, in perfetto stile Bridget Jones, peraltro sperdute nelle profondità più oscure.
Ma dov'è finita la Sara Tommasi che conosciamo? Quella che all'Isola dei Famosi non pensava ad altro se non a trombarsi il buon Luca Calvani (e chi cazzo è??), senza incredibilmente neanche riuscirci. Dov'è finita quella Sara Tommasi che prima dell'Isola dei Famosi non sapevo neanche esistesse (e che ora mi ero dimenticato)?
Ma soprattutto, dov'è finito questo?!


Ai posteri l'ardua sentenza.
E, comunque, grande Scilli, senza B. mi stavo preoccupando per la troppa noia, meno male che esiste al mondo gente responsabile. Ti voglio bene.
Alla prossima discesa in piazza mi aspetto però il culo glabro di Lele Mora che caga monetine da 1 euro al motto di "L'euro fa cagare!". Non male come idea.

lunedì 28 novembre 2011

Il cuore del Fagiano.

King Size United - MCCL 5-4


Il cuore del Fagiano è giallo-rosso.
Il cuore del Fagiano non si ferma mai.
Anche quando pensi di aver perso, quando alcuni uomini chiave non girano, quando ti affidi ad un'ala di 815 kg, anche in questi casi il cuore del Fagiano ti da una mano.
Minuto 53esimo (che è un po' come il 93esimo per il campionato a 7), la Dagna danza sulla fascia, scarta un avversario, arriva sul fondo, quando tutti pensavano "ora fa quella merda di pallonetto e la caccia in cielo", l'altruismo fa sì che la metta in mezzo.
Lì, dove un Giotti terrorizzato davanti alla porta spalancata, manco avesse visto un'entità maligna, era convinto, più di tutti, di sbagliare. Ed invece no. Sinistro chirurgico nell'angolino e 5-4 per il King Size United.
Nel mentre una partita che ha visto la banda Varlese offrire, nei suoi singoli, prestazioni altalenanti.
Marchesi pronto ormai per palcoscenici importanti. L'opaca prestazione di un Galliano affaticato dalle 4 partite consecutive da titolare. La sua faccia, color latte già al 20esimo secondo del primo tempo era tutto dire. Difficoltà che hanno coinvolto anche il perno del centrocampo Ferrando, stranamente fuori partita e fuori fiato. Per fortuna che un tackleista Ravazzolo ed un gigantesco Staricco hanno blindato la difesa. Un fantasioso Dogliotti si è districato egregiamente sulla fascia. Il sempre puntuale e più certo Simo conferma il suo sangue fagianesco. Un ritrovato Dagnino, autore di giocate sopraffine. Un grande Giotti, combattente dei tempi d'oro.
E poi lui, "815 kg di morbidezza Giacomone", un elogio per quest'uomo che gioca in coppia con sé stesso, ma che ha grinta da vendere e carattere che alcuni elementi dovrebbero prendere in prestito. La sua tripletta è stata fondamentale e splendida. Grazie Jack e ricordati che "se sei il sei sei il"??
Questo sproloquio per dire che il Fagiano è partito come al solito a rilento. Uno 0-1 dopo nemmeno un minuto di gioco. Ma ormai è così, ogni partita è così. Non ci piace vincere facile.
1-1, 1-2, 2-2, 2-3. Un continuo inseguire fino a quel bellissimo 53esimo minuto. La panchina che esplode.
La gioia sugli spalti del Boschetto è stata incontenibile. Peccato fossero i tifosi della squadra che avrebbe giocato dopo di noi, esausti dallo scempio cui avevano appena assistito.
Ma va bene così, tre punti in saccoccia ed in volo verso il primato.
Qui le pagelle del Capitano.

domenica 27 novembre 2011

"L'ultima casa a sinistra" et "Cloverfield".

Per la "Domenica del cinema" ho voluto testare i prodotti offerti da dal pacchetto Mediaset Premium.
Tra i loro vari canali, qualche buon film va detto che si trova. Tuttavia, a certe ore della giornata è possibile imbattersi in vere e proprie nefandezze, come è il caso de L'ultima casa a sinistra, remake del primo film girato da Wes Craven (anni '70 circa).
Considerando che a me il genere piace, ieri pomeriggio, prima di uscire, mi sono quindi sintonizzato su Premium Energy.
Letteralmente "fregato" dal fatto che i vari "Le colline hanno gli occhi" mi sono piaciuti, mi son detto "perchè non guardare questo remake", e così ho fatto.


A dirvi che era una merda ci metto due righe.
Il tutto inizia, senza spoilerarvi troppo, con due ragazzine che dedite al consumo di quell'erbetta "a cinque punte e con un buon odore" (cit.), non contente della monotonia della vita di campagna, decidono di seguire un bell'imbusto (carino, timido e dal look maledetto) per farsi di "roba buona". La protagonista però, leggermente più puritana, è titubante e ci mette qualche millesimo di secondo in più a decidere se partecipare, o meno, al mini-festino.
Risultato, freni inibitori a farsi fottere, e fine probabilmente - il farsi fottere - in mente anche alle due "santarelline". Ri-risultato: nel mentre che queste zoccolette scherzano con il ragazzo, nella stanza del motel di quart'ordine nel quale si trovano, irrompono tre brutti ceffi che solo qualche ora prima erano evasi facendo secchi anche due poliziotti. Sic!
Le ragazzine però avevano ormai visto le loro facce e, di conseguenza, dovevano morire. Da qui il resto.
Ai fini di una maggior comprensione, uno dei tre malviventi era il padre del bell'imbusto.
Non commento perché potrei andare oltre il mio consueto bon ton, ma per favore, evitate questa schifezza (anche se sarei curioso di sapere chi era a conoscenza della sua esistenza).
P.S.: finale patetico.
Passando ad altro.
Venerdì nel tardo pomeriggio mi sono invece imbattuto (sempre sulle reti Mediaset) in Cloverfield.
Schiacciando il pulsante info sul telecomando scopro che trattasi di un film del 2008, prodotto da J.J. Abrams (nel quale sicuramente ha messo anche mano) e inaspettatamente fautore di ottimi incassi e buoni riscontri al botteghino.


Del Super 8 di J.J. Abrams ho già parlato, altra cagata o no? Mi sono quindi accomodato sul divano incuriosito. 
Quando ho visto che le modalità di ripresa erano di tipo "documentario" mi sono un po' insospettito. Vorrei vedere dopo Blair Witch Project chi non si insospettisce di un film a mò documentario. Detto ciò, invece, ho trovato una pellicola apprezzabile nei suoi neanche 90 minuti.
Classica scena alieno-apocalittica, scontata. Il tutto però scorreva, liscio, senza troppi intoppi. Certo, qualche quesito rimane (da dove viene il mostrone? Chi/cosa sono i mostrini? Bah). L'azione comunque è molta ed il coinvolgimento, a parer mio, anche. Certo, non un capolavoro, i pignoli amanti del genere avranno sicuramente da che ridire, ma io che notoriamente non ne capisco un belino, giudico solo per il mio personalissimo gusto e posso dire che non l'ho trovato male. Lo consiglio.
A domenica prossima, in attesa di ritornare al cinema o vedere film più "contemporanei".

giovedì 24 novembre 2011

Merda di Piero.


Non molto tempo fa Piero, praticante dello Studio T., ovvero mio "collega", aveva necessità di espletare un bisogno fisiologico comune ai più.
Recatosi dunque in bagno, chiudeva la porta ed iniziava a cercare la dovuta ispirazione.
Sbrigate le faccende di rito, tirava, come si confà ad una persona bene educata, la catena. Si lavava le mani - forse -, apriva la porta ed usciva.
Piero però era di corsa, doveva recarsi urgentemente - diceva lui - in Tribunale.
Probabilmente, la peperonata della sera precedente, mista a banana, salsiccia ed amatriciana, ha dato vita alla più classica delle esplosioni intestinali. Bernardino, così verrà ribattezzato il "neonato", non ne voleva sapere di prendere le vie per la fogna.
Momento di lieve turbamento
A questo punto a Piero veniva un'idea. Come detto era di fretta, si recava quindi dalla segretaria e con una invidiabile nonchalance le diceva: "M., scusa, dal momento che tra un po' dovrei andare in tribunale, non è che puoi, quando hai tempo, andare in bagno a tirare la catena? Grazie". E così, tondeggiante, se ne andava nella sua stanza.
Quella che può dirsi una vera e propria cagata d'artista, insomma.
Capite poi perché scrivo questo?

(nell'immagine Merda d'artista, Piero Manzoni)

martedì 22 novembre 2011

Prima o poi mi verrà in mente un titolo

In un periodo in cui le mie migliori amiche sono le sezioni unite (civili e penali per non offendere nessuno)..in un periodo in cui alterno palestra a biblioteca e biblioteca a palestra..in un periodo in cui crollo dal sonno guardando la Littizzetto a che tempo che fa, ore 21.15..in un periodo in cui i week end non sono mai uno uguale all'altro..in un periodo in cui inizio a realizzare certe cose..in un periodo in cui mi ritrovo a sognare ad occhi aperti e poi a sorridere..in un periodo in cui all'entusiasmo con cui affronto la mia nuova vita si sostituisce la paura di soffrire ancora (machissenefrega! mi dico poi, ne vale la pena..)...in un periodo in cui avrei bisogno di un po' di shopping terapeutico..in un periodo in cui mangio di tutto a qualsiasi ora..in un periodo in cui certe persone proprio non le tollero (occhio!perché in questo periodo mordo!)...mi ritrovo a non avere un attimo per riordinare le idee e scrivere un post sensato!

Ne avrei di cose da raccontarvi!

Con calma facciamo tutto...






lunedì 21 novembre 2011

Il risveglio del Fagiano.

King Size United - Bocazena 7-4


Ed eccolo di nuovo lì, nel cielo, fiero. Apre le ali e spicca in volo, leggiadro come solo un alito di vento sa essere.
Il Fagiano si è risvegliato.
Oddio, l'inizio del match poteva far presagire alla classica "fagianata" (dicesi "fagianata" una qualsiasi cosa fatta da svogliati, tanto per fare, con la conseguenza che ciò che ne esce è una scontata figura di merda). Il Bocazena, infatti, nella sua estrema modestia si è portato con nemmeno troppa difficoltà sul 2-0, complice una "fagianata", appunto, del buon "Buffon" Marchesi. Non importa, ci si rialza.
Mr. Varlese, infortunatosi ad una caviglia, schiera una formazione d'emergenza considerate anche le assenze di Dal Pozzo, Ferrando, Giacomone e Staricco (quest'ultimo presumibilmente di nuovo sotto i fumi dell'alcool). Davanti a Marchesi si schierano così Galliano e Pieri Vincentelli, alias Simo; il metronomo  della situazione è l'imperiese di adozione, Bertoni. A macinare chilometri sulle fasce ci pensano "culo basso ma tanta tecnica" Capitan Dogliotti ed un ritrovato Giotti. In attacco il redivivo e fondamentale, quando ne ha voglia, Dagnino detto La Dagna! A disposizione il tuttofare, imbianchino, idraulico, centrale difensivo, odontoiatra, laterale, Ravazzolo.
Come detto l'inizio non è stato dei migliori, ma il gioco non mancava. Errori banali ed imprecisioni non hanno reso più felice il risultato, per ora. Un Giotti che mirava con costanza il piccione raggelato sulla rete dietro alla porta, un Bertoni (come detto un po' legato ma sempre il miglior calciatore che il calcio a 7 abbia mai sfornato) persistente nel colpire con precisione millimetrica i difensori avversari, prima uno, poi l'altro e poi uno ancora. Porta stregata.
A metà del secondo tempo, però, sortita offensiva di Galliano porta il "Messi di Castelletto" (o almeno così era) Dagnino al tiro da fuori area, quella ragnatela all'incrocio è ancora là, la palla è comunque dentro. 1-2 e rinascita.
Da quel momento in poi non ce n'è stato più per nessuno. Il parziale all'intervallo si è sì limitato ad un 2-2, ma la ripresa ha consentito ai Fagiani di portarsi su di un netto ed indiscutibile 6-2, senza alibi per il Bocazena.
Netta la superiorità. Sempre Dagnino (autore di una tripletta), la doppietta del Capitano e "finalmente lui" Giotti (autore di una ottima prova, tutta cuore) hanno messo al sicuro il risultato.
Spendo due parole, due, sul nuovo acquisto Simo. Rognoso, magari ruvido, sicuramente efficace. Il gol della tranquillità (7-3) è suo e stra-meritato.
Il 7-4 del Bocazena serve solo per i tabellini.
Qui le pagelle di Capitan Dogliotti.
E bravo Mister, hai salvato la panchina!
Alla prossima cari amici, nella speranza che quando gioca il King Size United le tribune si colorino presto di quel caldo giallo-rosso, con tifosi in lacrime dall'emozione, intonanti "ohh King Size, la tua stella brilla in alto e non potrà spegnersi mai".

domenica 20 novembre 2011

Watchmen.


Venerdì sera (04.11.11), complice l'impossibilità di uscire di casa, ho pensato di bene di scorrere la lista dei film non ancora visti per sceglierne uno che tappasse quel buchetto di qualche ora tra la cena ed il sonno.
Scorro, scorro e mi fermo su Watchmen.
Apro, 2 ore e mezza e passa di film. Sticazzi.
Vabbè, non ho altro da fare, iniziamo.
Di Watchmen ne avevo sentito parlare, o per meglio dire, ero stato puntualmente informato che trattasi della trasposizione di una graphic novel. Il suggerimento era "leggi prima il fumetto e poi guarda il film che è una discreta cagata". Ho puntualmente dato ascolto a questo consiglio guardando prima il film.
Che dire, c'è chi sostiene di essersi addormentato ogni volta che ha provato a vederlo, io, in realtà, devo ammettere che non l'ho trovato poi così male.
Sarà che vengo attratto da quei film un po' "strani", graficamente in stile fumettoso; sarà che la versione cinematografica di 300 dello stesso Snyder mi è piaciuta un casino; ecco allora come anche Watchmen mi sia parso un buon film, nel suo genere.
Non avendo letto la graphic, probabilmente ho perso qualcosa, e probabilmente le critiche sono figlie del paragone. Io ritengo che il film srotoli una trama lineare e, nella sua non semplicità, piuttosto chiara. Impostazione un poco bloccata, forse (nel senso che ogni volta che viene introdotto un eroe mascherato si apre la digressione sulla sua vita e su cosa lo ha portato a compiere la scelta), ma magari fedele al fumetto.
Mi è piaciuta molto l'analisi introspettiva di ogni personaggio, la scissione tra l'eroico ed il comune. Nessuno (ad esclusione del Dr. Manhattan) dispone di un qualche superpotere, la loro forza è la convinzione e dedizione nella ricerca della giustizia, magari anche con regole non proprio convenzionali.
Mi è piaciuta la storia (che non vi spoilero).
E mi è piaciuta tantissimo la colonna sonora. La "Desolation Row" di Bob Dylan è da brividi e la cover della sua "All along the watchtower" by Jimi Hendrix è elettrizzante.
Un film - e a questo punto fumetto (che leggerò a brevissimo) - che consiglio agli amanti del genere e non, nella speranza che nessun "orologio dell'apocalisse" debba mai essere al centro di un qualche nostro telegiornale.

venerdì 18 novembre 2011

Il Fagiano di cristallo.

King Size United - Bocciofila Sestrese 6-7


Considerato il risultato i "benpensanti" avranno già pronta la classica frase per screditare quei ragazzi con la maglietta giallo/rossa, che si fanno in 4 per riportare in alto, nei cieli che competono, il tenebroso e fiero volatile.
"Son grammi", "è un'altra stagione fallimentare", "te l'avevo detto io", "meglio andare a giocare a cirulla che vedere quei brocchi".
Eh no, cari miei, non lo accetto! Questa sera i ragazzi hanno dato l'anima, sono usciti coi crampi, sfiniti.
La realtà è diversa da quei due numeri lassù.
Un primo tempo dominato per i ragazzi di Mr. Varlese (allenatore/giocatore).
Questa volta le pallette del fagiano erano belle in mostra, gli avversari le hanno viste, e le hanno temute. Un primo tempo da Grande squadra. Sovrastati gli avversari in ogni dove e perché.
Uno strepitoso e straripante Ferrando in avanti giganteggiava in mezzo a dei "Davide" di una piccolezza disumana. I tre nel mezzo facevano girare la palla come se al posto dei soliti "ferracci da stiro" avessero precise calamite: Dogliotti-Dal Pozzo-Varlese, tic-toc-tac, qui-quo-qua, i tre porcellini, un affiatamento fiabesco. Dietro si è rivisto il MURO: Staricco-Galliano, da li non si passa, o se si passa si deve chiedere indietro la gamba. Marchesi in porta si supera nelle sporadiche e solo eventuali disattenzioni difensive.
Sembra il cantico di una vittoria, invece il risultato e la sorte sono beffardi. Primo tempo 4-2.
Minuto 2' del secondo tempo: Varlese segna la sua tripletta con un preciso destro all'angolo (pareggiato un m istante dopo nei conti dall'altra tripletta di Ferrando). Il risultato è sorprendente. King Size 6 - Bocciofila Sestrese 2.
Minuto 3', Dal Pozzo prova un sinistro da fuori. Alto. Ma il peggio è che il biondo centrocampista si accascia, dolorante, mano sulla caviglia. Ri-entra Staricco che nel frattempo aveva lasciato il posto al "mastino" Ravazzolo.
Minuto 5'. The end. L'orchestra suona il Requiem. "Fantasia e leggerezza" Varlese, dal nulla, urla. Si accascia, il terreno trema, e con lui i cuori dei compagni. Caviglia distorta. In panchina, a far compagnia all'altro medicando, il buon Fezio ("accompagnatore per caso") alza le braccia al cielo, Diobon! La mitologica figura del "Fagiano di cristallo" si è palesata in tutta la sua fragilità.
La squadra resta gioco forza con un uomo in meno.
Lotta, combatte, resiste. Capitola a 2 minuti dalla fine, più recupero.
Non ci sta. E non ci sta la smisurata esultanza di una Bocciofila Sestrese capace solo, a parità numerica, di farsi infilare come un coltello nel burro, in difesa, e di schiantarsi contro la diga foranea, in attacco. Non ci sta.
Increduli rientramo, testa china nello spogliatoio.
Per la prossima partita si registrano già le seguenti, pesanti, assenze: Varlese, Dal Pozzo, Ferrando e Giacomone. I rientri di Giotti e Bertoni colmano lacune tattiche.
L'ectoplasmatico Dagnino, vero fiore all'occhiello di questa squadra, è più irrintracciabile di quanto non lo sia Berlusconi dalle Procure. E' ormai un caso, gente dubita persino del suo attaccamento alla maglia ed al Fagiano. Oggetto misterioso.
Ecco le pagelle di Capitan Dogliotti, qui.
Testa in alto.

giovedì 17 novembre 2011

Signori si nasce

Ostentare non è mai sinonimo di signorilità.

Chi ostenta non é veramente soddisfatto di quello che ha o fa.

La vera soddisfazione per loro è solo quella che ottengono mostrando ciò che hanno o fanno.

Sono capaci di slogarsi una spalla pur di fare uscire dal polsino della camicia l'orologio costoso che non vedono l'ora (é proprio la frase adatta) di farti notare..

Si iscrivono ai social network solo per poi condividere con il resto del mondo gli orari massacranti che il loro lavoro super figo li costringe a fare..gente anormale direbbe il mio collega my name is nick..li vedi fuori dalle aule di tribunale con addosso la toga in stile principe del foro..e poi li vedi scrivere su fb stamattina ho discusso una causa!, fai il praticante avvocato, cosa dovresti fare in aula?spettacoli di cabaret?

Sono in grado di infilare in una conversazione un dettaglio che non c'entra nulla con il discorso che si sta facendo pur di farti sapere che il papi ha il suv..

Li riconosci subito perché ti parlano con finto entusiasmo, non sono in grado di trasmetterti passione perché il loro scopo é solo quello di farti rosicare.
Magari non amano il lavoro che fanno, magari sono degli imbecilli raccomandati, magari si sono indebitati per comprare orologi o borse costose, ma a loro non interessa, no, a loro interessa solo farti sapere la parte bella della realtà, la forma, la sostanza, invece, non viene mai fuori perché nella maggior parte dei casi a loro conviene che non venga fuori, vivono di facciata. Poveretti.

Non so a voi, ma a me mettono tristezza.

Dopo di loro ci sono solo quelli che cercano in continuazione la compassione degli altri, ma questa è un'altra storia..


mercoledì 16 novembre 2011

Se lo dice B.

Comunque, penso io, se lo dice anche Lui come non crederci.
Non potevo, considerata la pic of the week, non porre all'attenzione dei lettori di in-coscienza le sincere, sentite e profonde parole dell'ex premier  sul suo - e del paese - prossimo futuro.


P.s.: video visto per la prima due giorni fa zappingando ed imbattendomi in (ah)iPiroso!, programma delizioso che già apprezzavo quand'ero fankazzista. Oggi, purtroppo, riesco a "seguirlo" solo in dodicesima/tredicesima serata con un occhio mezzo aperto e l'altro completamente chiuso. Mannaggia a La7!

martedì 15 novembre 2011

King Size United, il nuovo esordio.


I ragazzi sono tesi, pronti a scendere nuovamente in campo. Il Fagiano che fiero è stampato sulle loro maglie è pronto per tornare a volare.
Peccato solo che a maglie non stessimo proprio bene bene. Tra divise vecchie vecchie e divise vecchie (in attesa delle nuove) si potevano contare due 77 e due 8. Giacomone, nel dubbio, si è presentato con un sacchetto di plastica, probabilmente LIDL, quasi vuoto. "Mone, la maglia?", "Cazzo però, pensavo ci fossero quelle nuove, non l'ho portata". Ci si arrangia come può, il 77 viene trasformato con dello scotch di carta in un intrigante 37, dal nulla si crea un 11 e l'ultimo resta con il più classico dei "senza numero". Maglia girata e via.
L'arbitro entra nello spogliatoio per il consueto appello. Primo nome sulla lista, "Staricco". Eccolo chiamato e per pronta risposta arriva un idefinibile "sono io" (per chi non lo sapesse, quando l'arbitro fa l'appello il giocatore dovrebbe - condizionale d'obbligo vista la scena - rispondere con nome e numero di maglia).
I presupposti per una delle più classiche figure di merda c'erano già tutti.
La formazione: Marchesi - Galliano, Staricco - Dogliotti, Bertoni, Giacomone - Apo. A disposizione: Simo e Varlese.
Partita che inizia nel migliore dei modi. Dopo nemmeno un minuto, lancio alla viva il parroco degli avversari, Galliano sta un po' guardare, portiere che esce e non esce, avversario che arriva. 1-0.
Il nuovo esordio del King è un po' così, distratto.
La partita prosegue su binari molli, mollissimi. I ragazzi sembra che abbiano panissa al posto delle gambe, forse ubriacati ancora dal recentissimo Critical Wine. Un irriconoscibile Giotti viene sostituito dopo neanche 20 minuti di gioco da un Varlese che voleva prendere in mano la chiave del gioco, le chiavi di tutto. E' probabile che abbia sbagliato mazzo - di chiavi -, anche la sua prestazione è stata al di sotto delle aspettative.
Un primo tempo che ha comunque visto i Fagiani cercare più volte la porta, con poca cattiveria, è vero, ma pur sempre vogliosi di centrare quell'obiettivo che solo la "lieve imprecisione" e la "sfortuna" non hanno permesso di raggiungere. Il primo tiro di Giacomone, infatti, è terminato solo 30 mt sopra la porta, una conclusione di Giotti ha impiegato circa 20 minuti ad arrivare in rete, Bertoni continuava a colpire gli avversari ed il portiere, quelle poche volte che centravamo la porta, si disimpegnava con miracoli su miracoli. Il leitmotiv del primo tempo,  intermezzato da ubriacanti (mai termine più azzeccatto) serpentine di Dogliotti, è stato purtroppo così, finché, finalmente, la rete si è gonfiata dopo un tiro chirurgico di Giacomone. 
Peccato che nel mentre gli avversari avevano colpito altre due volte.
Fine primo tempo. King Size United - Sestri UTD 1-3.
C'è tensione nell'aria. La squadra non è unita come dovrebbe. Galliano - al termine della partita definito da Capitan Dogliotti "poco umile" per alcune sue giocate - se la prende per i troppi rimproveri collettivi ed il poco sostegno ai compagni. La squadra, comunque, si guarda in faccia, pronta a reagire.
Inizia il secondo tempo.
Passano due minuti, il numero 9 avversario fa partire una sassata da quasi metà campo che non lascia (s)campo al buon Marchesi. Il 4-1 è servito. Il morale è alla frutta.
Il King ci ha provato, con poca convinzione, pasticciando, slegandosi. E' rientrato addirittura in partita portandosi sul 4-3 grazie ad un acuto di un piuttosto ispirato Giacomone (tra i peggiori il migliore) ed una zampata felina di Galliano (che comunque non alza il voto di una partita sottotono). Nel mentre altri 4 gol loro ed uno di Varlese.
Sconfitta finale all'esordio per 8-4.
Giovedì di nuovo in campo per il recupero. Dai Fagiani! Siamo solo all'inizio.
E se il buongiorno si vede dal mattino, beh, son proprio cazzi.
Qui per le temutissime pagelle di Capitan Dogliotti.

lunedì 14 novembre 2011

Il Professor Monti

Non c'è che dire, quella sua apparizione nel programma "La Pupa e il Secchione" lo ha proprio lanciato sull'onda del successo ed oggi, a qualche anno di distanza, lo ritroviamo come Primo Ministro alla guida del Governo Tecnico che ci traghetterà, spero senza incontrare troppi iceberg, fino alle prossime elezioni.


Del resto il professor Monti non è certo un tipo qualsiasi, è uno studioso coi fiocchi e quella sua passione per l'enigmistica gli sarà assai utile per sbrogliare le intricate faccende che regolano il sistema Paese.

Naturalmente sto scherzando, il Professor Mario Monti non è quello nella foto, non è più vergine (pare sia sposato con figli) e non ha mai partecipato alle trasmissioni di Mediaset. Si tratta, invece, di un economista di livello ed in molti confidano nella sua capacità di guidare un Governo in grado riformare il Paese.

Dal canto mio non aspetto certo un principe azzurro, preferirei una bella principessa o magari sua sorella (se avesse il fondoschiena di Pippa Middleton), ma ho fiducia nel fatto che qualche riforma si farà e che l'accoglierò positivamente. Perciò, in bocca al lupo a Mario Monti e viva l'Italia.

Fatte queste doverose premesse e prima di salutarci credo però che qualche parola vada spesa anche in ricordo del nostro Premier uscente, il giovane S.B., che è stato tradito proprio dalla giovinezza, non la sua ma delle varie ancelle che affollavano la sua corte dei miracoli o dei miraculi che dir si voglia.

Una volta Montanelli scrisse: "Berlusconi è talmente vanesio che ai matrimoni vorrebbe essere la sposa e ai funerali il morto" e direi che questa volta è pienamente riuscito nel suo intento perché sabato scorso, con la fine del suo Governo, si è celebrato in piazza anche il suo funerale. Un funerale politico e mediatico naturalmente e per fortuna senza alcun lancio di monetine.

Del resto con questa crisi è meglio tenere stretti anche gli spiccioli e poi nel suo caso sarebbero stati più  indicati i perizomi, ma sicuramente Rosy Bindi si sarebbe offesa.

A parte gli scherzi credo, invece, che ciò che si è visto, anzi, che non si è visto sabato per le strade di Roma, sia la dimostrazione di un Paese cambiato, cresciuto e lontano anni luce dall'Hotel Raphael. Un Paese che non ha più voglia di recriminare ma di guardare avanti gettandosi alle spalle il passato.

Perciò, cari lettori della punzicata, vi chiedo di dare il benvenuto a Mario Monti e salutare Silvio Berlusconi, di mettere da parte la pancia e di ragionare con la testa. A fare tutto il resto penseranno il tempo, la storia e se serve anche la magistratura.

A noi non resta che vivere questa nuova stagione sperando che sia meno fredda della precedente e non dimenticate le gomme da neve...

Alla prossima,
Dott. A.

Un brindisi a...

Eugenio che é diventato avvocato (quanto gli stava bene la cravatta che gli abbiamo regalato!)..
..e a Silvio che si é dimesso!

Cena tra amici sabato, non ci vedevamo da giugno ed é stato davvero un piacere ritrovarci tutti insieme.

Siamo stati da "Franz & co." o, meglio, siamo andati a strafogarci di farinata da "Franz & co."! Perché la farinata è senza dubbio la specialità di questa pizzeria, un po' fuori dal centro città (Via Struppa), ma di certo una delle migliori di Genova!La fanno in diverse varianti e noi l'abbiamo presa con i carciofi freschi, con la salsiccia, con lo stracchino e con il baccalà..adesso capite cosa intendevo con strafogarsi?!

Unica nota dolente, ma non per colpa del locale, é stata la tavolata dietro di noi..si sa che le tavolate sono sempre rumorose, ma in questo caso si trattava di genitori assolutamente disinteressati ai loro figli maleducati, non poteva essere diversamente, che correvano e urlavano per la sala! Almeno il dessert e le ultime chiacchiere della serata ce li siamo goduti in tranquillità dato che i signori sono andati via prima di noi..
Un duro colpo per il mio, già poco sviluppato, per non dire nullo, istinto materno!

domenica 13 novembre 2011

Rodrigo Palacio by in-coscienza

Un sentitissimo GRAZIE a chi ha potuto tramutare in realtà una mia "ingannatoria" richiesta. Già follower di questo blog e "mi piacista" su Facebook, la Dani non può far altro che avere - da qui a chissà quando - la mia più sentita riconoscenza.
Possiamo dire che in-coscienza è arrivato in alto, raggiungendo uno dei miei attuali idoli calcistici e fantacalcistici, eccone la dimostrazione:


Anche Rodrigo Palacio segue in-coscienza, cosa aspetti?

venerdì 11 novembre 2011

Inchiesta: l'italiano, questo sconosciuto.

Leggendo su Facebook, Twitter, Blog(s) e altro, mi imbatto spesso in orrori che avrei cortesemente evitato, e dei quali avrei fatto volentieri a meno. Con ciò non voglio dire che io e gli altri writers di in-coscienza siamo infallibili, sia chiaro, ma gli errori banali cerchiamo di evitarli.
Eccomi dunque a svolgere con voi un'analisi logico/grammaticale delle migliori perle passatemi sotto gli occhi nell'ultimo periodo.
Primo scempio: "auguratemi l'imbocca al lupo".
Certo che te lo auguriamo, sperando magari che in preda ad una crisi di fame azzanni anche il tuo braccio mentre lo imbocchi (o dovrei dire in bocchi), il lupo, con un bel cucchiaio di pesante e denso minestrone ligure. Ma porca di quella eva (rigorosamente minuscolo, non merita niente), è davvero così difficile scrivere "in bocca al lupo", anche perché se a quest'ultimo augurio si può rispondere "crepi!", al primo cosa dico? S'ingozzi? Boh, mi troverei in difficoltà.
Segue l'"inesperto" utilizzo della doppia zeta, sfociato in un aberrante: "eccezzionale". L'unico, e sottolineo l'unico, legittimato a storpiare la parola eccezionale con qualche zeta in più - che come noto non forse a tutti, in realtà ne contiene una ed una sola - è il "Ras della Fossa" a cui è concesso pure l'utilizzo della u. Eccezzziunale veramente!
Pensavo poi che la gente adulta sapesse correttamente scrivere "qual'è", ed invece me lo ritrovo ancora scritto così. Pur non sia mai morto nessuno nell'utilizzare "qual'è", così scrive l'Accademia del Corn Flakes (ops, della Crusca, non me ne vogliano per la scarsissima battuta), la stessa ritiene che sia ormai graficamente opportuno (e l'ormai è riferito a qualche centinaio di anni fa) preferire il più corretto qual è, per questioni di elisioni, troncamenti & co. che non vi sto a spiegare perché non ne sarei assolutamente in grado in quanto non le ignoro completamente.
Per cortesia, lo insegnano dalla 2a o 3a elementare, potete essere così accorti da non sbagliare? Grazzie.
L'ultima, credevo, cagata è la seguente: "... hanno previsto un all'erta...".
Bene, bene, devo ammettere che su tale termine la mia iniziale ilarità è via via scemata proprio nel ricercare la conferma della mia ragione. Il termine allerta in sè e per sè, effettivamente, non viene neppure considerato dal vocabolario che ho in dotazione ("lo Zingarelli minore" - Zanichelli). Spulciando "su e giù, qua e là" ho scoperto però che non è proprio scorretto utilizzare "all'erta" in funzione di avverbio; come sostantivo, però, ritengo che sia ormai il caso di utilizzare il più comune "allerta". Peraltro, anche sul sesso del vocabolo si discute tanto quanto quello degli angeli. E' maschile o femminile, o mezzo e mezzo? Bah. Io preferirei - come sempre - il femminile, ma, a questo punto, de gustibus.
In conclusione, se voi dovesse eccezzionalmente vedere qualche schempio o qualche parola scritta in italiano scorreggiuto, diteci qual'è, noi cerchiamo comunque di stare all'erta.

giovedì 10 novembre 2011

Pausa Caffé

"Qui lo dico e qui lo dico l'Udinese, quest'anno, non arriva neanche in Europa League!"


(my name is nick)

lunedì 7 novembre 2011

A.a.a. specialista in riapertura manicomi cercasi.


"La vita in Italia è la vita di un paese benestante, tutte le occasioni... questo si dimostra, i consumi non sono diminuiti, i ristoranti sono pieni, gli aerei bisogna, con fatica si riesce a prenotare dei posti, i posti di vacanza nei ponti sono assolutamente iper-prenotati. Ecco, non credo che voi vi accorgiate, andando a vivere in Italia, che l'Italia senta un qualche cosa che possa somigliare a una forte crisi. Non mi sembra."

(04.11.2011 - Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio)

E' superflua ogni mia aggiunta.

domenica 6 novembre 2011

Zena, dovve manca e forse cresce a voentæ.

6.11.2011 - Ore 09.05

Numero 134: iaia.
Numero 135: my name is nick.


La situazione è quella che è, quella che ci si aspettava.
Fango dappertutto, fango veramente ovunque.
Appena arrivati necessitavamo di un incarico. Compito number one: "smantellare" un'abitazione.
Si, smantellare, andare stanza per stanza e gettare dalla finestra (1° piano, eh) tutto quello che era ormai inutilizzabile, ovvero tutto,
La casa nella quale siamo entrati era - imperfetto quanto mai riduttivo per dare il senso della disperazione - la casa di una anziana signora, luogo in cui ha trascorso gran parte della sua vita, fino a quel momento, fino a quel 04.11. Armadi pieni di vestiti, una cucina in disordine, la ciotola del gatto, cassetti pieni di ricordi, tutto buttato su di un camioncino che da lì a poco sarebbe arrivato in una qualche discarica, a gettare e macerare una intera vita. Una sensazione strana, desolante.
Il resto della giornata è stato pressoché un continuum di fango. Sulle mani, nelle scarpe, nelle mutande.
Tra idrovore che succhiavano qualsiasi cosa (nessun doppio senso!), incessanti "bip bip bip" di autocarri con pale che segnalavano la loro retromarcia - prossimi allo svuotamento di qualsiasi cosa vi abbiano gettato e versato dentro -, rumore di vanghe che raschiavano via dall'asfalto quel maledetto nemico, ho capito quanto sia bello vivere per la propria città. E soprattutto vivere per Genova, la città dalla quale non mi staccherò mai, la città di cui sono e sarò perennemente innamorato.
I genovesi - tirchi, chiusi ed egoisti, vero?! - non si sono fatti attendere, né pregare. Chi in Piazza Adriatico, chi in Corso Sardegna, chi in via Nasche e chi, forse con più "coraggio", in via Fereggiano. Tutti a prendere sotto braccio la propria città, ad aiutarla a rimettersi in piedi, a rialzarsi.
Ma non si dica che c'erano eroi oggi, chi è sceso per strada con galosce, mantelle, pantaloni impermeabili e vanghe, semplicemente non era altro che gente normale, anzi normalissima. E come dicevo qui, Genova è Superba ed ha dimostrato una volta in più di esserlo.

Linko una pagina del Tg2, giusto i primi 2 servizi (1 - 2).
E qui il Tg1, 2 servizi (1 - 2). Mi sarei aspettato di peggio, ve lo confesso.
(per entrambi abbiate 30 secondi di pazienza).

sabato 5 novembre 2011

Genova, la "Superba".


Il vento bussa forte alla mia finestra. Apro per permettergli di entrare, di accarezzarmi come di consueto i capelli, increspandoli col salino. Mi avevano però avvertito che il vento del 04 novembre sarebbe stato diverso. Si è infatti mosso rapido, veloce, a prendere per mano nubi scure, grigie, per accompagnarle sopra i cieli di Genova, fermandosi.
Le si potevano vedere lì, sole, in attesa, a guardare in basso, quasi ad aspettare che nessuno le vedesse più, le considerasse, per poter così decidersi a sputare sprezzanti sull'asfalto ed il cemento, ad orinare in qualche angolo, in qualche torrente.
Incessanti, riversavano millimetri e millimetri di liquidi, non fermandosi nemmeno alle suppliche e preghiere di quei piccoli esseri in difficoltà, travolti, abbattuti, annegati.
Le si poteva sentir ridere nei loro scrosci, divertite nello sbattere un'intera città in ginocchio.
La speranza di poter alzare il dito medio, di gridare "non siete riuscite a fotterci!" si frantuma sui bollettini di guerra che viaggiano di radio in radio, di bocca in bocca. Le mani sporche di fango sono alla ricerca di qualcosa, di un movimento, di un qualche segno di vita. In 6 non ce l'hanno fatta, in 6 sono stati ammazzati. Non si è guardato in faccia a nessuno, anziani, donne e... bambini. Abbiamo perso su tutti i fronti.
Genova è una città distrutta, allagata, annegata.
Ma Genova è la Superba, e come tale deve resitere. E' giunto il momento di dimostrare di essere in grado di riprendersi, di rialzarsi, di tornare a vivere come già nel '70.
Il tutto, con l'auspicio che quello stesso vento prenda a calci in culo quelle stesse nuvole bastarde, regalando tranquillità e qualche raggio di sole.

venerdì 4 novembre 2011

Modi di (non) dire.


Premetto che col totale passaggio al digitale terrestre non vedo più La7 ed il tg del Mitraglia.
Premetto che sono costretto a fare zapping tra il Tg1 del sempre più trapassato Minzolini, ed il Tg5 del buon Clemente, cercando, infine, di aggirare con difficoltà (ogni tanto ci casco, tradito dal telecomando del decoder che risponde con qualche secondo di ritardo) il Radio "Lick" dell'Elefantino.
Stanti queste difficoltose premesse, è ovvio che ciò che vedo non è del tutto imparziale.
Ma a prescindere da ciò, mi sono letteralmente rotto i coglioni di vedere in tv certi esponenti politici che altro non sanno fare se non piazzarsi dinnanzi a telecamere pronti a farcire - con la maestria riconosciuta a mia nonna nel fare i ripieni - l'ormai ex tubo catodico con una semplice frase, parafrasata nelle salse (giusto per rimanere in tema cucina) più disparate.
Le forme utilizzate sono svariate. Dal centrista "Berlusconi deve dimettersi", al più imperativo sinistroide "Berlusconi, dimettiti!". Per poi udire un'ammonizione in"dipietresco": "ma che c'azzecca Berlusconi con il governo dell'Italia?!". Per arrivare, infine, al pacato, scandito e sacerdotale tono bersaniano "Berlusconi - si deve - dimettere. Non può - farci fare - ulteriori - figure - barbine".
Il leitmotiv di queste opposizione è, insomma, cosa ve lo ripeto a fare, beh, l'avete capito.
Mi chiedo io, però. Cosa accadrebbe si i leader dell'opposizione, nella formazione meglio vista, si presentassero il più possibile uniti, e davanti ad una tv (magari seduti) esordissero così: "Oggi siamo qui, uniti, per PROPORRE una NOSTRA via d'uscita alla crisi, ALTERNATIVA a tutte quelle promesse e letterine sventagliate ai quattro venti [e bla bla bla]".
Quello che serve sono PROPOSTE ALTERNATIVE, far capire agli italiani che la possibilità di rialzarsi c'è. Ma tutto questo non può essere fatto chiedendo solamente le dimissioni del Presidente del Consiglio. E' necessaria un'azione tangibile, concreta, che possa essere percepita semplicemente come esistente.
E' forse chiedere troppo fare quel passo in più, in avanti?
Rileggendo mi chiedo a cosa sono servite le premesse.

(foto tratta da http://legnostorto.it/interni/la-disunita-d%E2%80%99italia/)

giovedì 3 novembre 2011

Comunicato n. 3: la questione font, James Font.


Cari lettori di in-coscienza,
apprendiamo che vi sono problemi di visualizzazioni dei font scelti dai writers per personalizzare il blog. 

Considerate le nostre scarsissime competenze informatiche - delle vere e proprie pippe, insomma - siamo del tutto impreparati. Tuttavia questa situazione ci fornisce su di un piatto d'argento la possibilità di rompervi una volta di più i vostri sacrissimi corbelli. Perché non coglierla, allora?

Come potete vedere, la prima pagina dispone di una serie di differenti (e per lo più casuali) caratteri:
- HOME BLOG in Carbon Block;
- FACEBOOK in Sybil Green;
- ANOBII in Cena (da leggersi in un italico "cena" o in un anglofono "sina", come il wrestler);
- HERE THE WRITER in Huxtable;
- Tutto il resto in Candy stripe brk.

Ci aspettiamo che le vostre superiori menti partoriscano un "eh, allora?" tra lo scocciato e l'indispettito. Beh, allora la palla passa a voi.

(Punto 1)
Sarebbe utile sapere quanti di voi vedono i caratteri proposti (qeuali) e quanti, invece, vedendo tutto (o in parte) scritto nel più classico dei Times New Roman pensano - anche giustamente - che my name is nick, nello scrivere questo inutile post, si sia (o stia) fumando uno di quei cannoni che rendono anche la simpatica Luciana Littizzetto una figa incredibile (non me ne voglia).

(Punto 2)
Una volta appurato - si spera - che vengono visualizzati più font, suggerite il migliore. Teniamo a precisare che il preferito dalla "redazione" (quale?) è il Candy Stripe Brk (ovverosia il carattere utilizzato per i titoli dei post e per tutto quello che non è né nella "barra dei bottoni", né "Here the writers").

In attesa di un vostro, si spera interessato e numeroso, riscontro, vi invitiamo a continuare a seguire i contenuti del blog. Ciò vuol dire che non avete una beata minchia da fare e che passate il vostro tempo a leggere cotante vaccate. Bravissimi, continuate così.

mercoledì 2 novembre 2011

Soldi ben spesi!


"Le donne erano destinate a soffrire; non c'era da meravigliarsi che volessero sempre grandi dichiarazioni d'amore".

Ma chi sono io per recensire Bukowski?!
Leggetelo e basta...

Le mie prossime letture saranno queste..







Li avete letti?

Che ne dite?

Mi terranno compagnia probabilmente per tutto l'inverno vista la lentezza con cui leggo i libri ultimamente..da agosto ad oggi SOLO due!non é da me..

Cercherò di rimediare!

martedì 1 novembre 2011

Vedo la gente anormale.


Come ho scritto qualche giorno fa su Twitter, "c'è chi vede la gente morta, c'è chi vede la gente scema e c'è chi, come me, vede la gente anormale".
Sempre più spesso mi rendo conto che ciò che mi circonda - il più delle volte - è totalmente estraneo a me. E questa situazione mi irrita.
Attenzione, però: ciò che mi infastidisce sono i più comuni comportamenti che ritengo differenti dal mio modo di essere e pensare. Direte voi, "cazzi tuoi, sei fatto male".
Ed in parte avete ragione. Ma io ritengo che ci siano comportamenti che per loro natura non sono normali, sono strani e privi della benché minima logica.
La teoria è la teoria, la pratica è altra cosa e, dunque, per rendervi più agevole la comprensione esemplifico come farebbe il più ligio dei Prof. (e non me ne voglia chi Prof. è).
1) Se entro in un bagno pubblico e busso ad una porta per vedere se la toilette è libera mi aspetto, se qualcuno è dentro, che risponda "occupato". E' anormale sentire un lamentato "chi è?". Come cazzo puoi tu, dentro al cesso, chiedermi "chi è?".
2) Se mi trovo alla Fnac, reparto libri, con - guarda caso - un libro in mano e mi sento dire "stai guardando un libro?", cosa dovrei rispondere? Spiegatemelo, magari rimanendo in silenzio farei la figura del cafone come nei confronti di quel soggetto di cui al punto 1 che, seduto sulla tazza, sta probabilmente ancora aspettando una risposta.
3) Ci sono poi quelli che si vantano delle loro inutili gesta.
Restare in studio/ufficio fino alle 10 di sera o oltre credo non faccia piacere a nessuno, anzi che sia una grossa rottura di coglioni. Detesto chi esprime continuamente - lamentandosi col sorriso (?) - commenti del genere "orario di uscita dallo studio non pervenuto", "ieri ho fatto chiusura in studio", ecc.. Chi te l'ha chiesto, punto primo. Punto secondo, ti ha obbligato un medico a farlo? Se sì, ne hai tutte le ragioni, viceversa evita di rompere le balle con inutili e noiose uscite.
4) Chi pretende di avere sempre ragione non è normale. O meglio, è normale chi ha una opinione forte e vuole difenderla ad ogni costo ma, una volta davanti all'evidenza ammette di aver sbagliato. Chi, invece, si ostina ad andare dritto per la sua strada è ammirevole per la sua caparbietà ma non è normale (non è normale chi coscientemente sbaglia).
5) Non è normale chi vive di luoghi comuni e pensa sempre che a lui/lei sia successa la tragedia più grossa e te la sbatte in faccia con disgusto, quasi avesse in mano un pesce maleodorante. Tutto poi per cercare - o credere - di essere sempre sul gradino più alto. Ehm, senti caro/a, se sei più sfigato, io che colpa ne ho? Te ne vanti? Beh, è proprio normale chi si vanta di essere sfigato. E, comunque, sappi che chi cade da più in alto si fa sempre più male. Tiè, e vai di luoghi comuni.
Che dire, quindi, ogni volta che mi trovo davanti ad una persona così dentro di me sbrocco. Ho la fortuna, quando voglio, di riuscire a sfoderare la mia maschera da finto accondiscendente o la mia diplomazia. O forse è solo sano menefreghismo. Ma allora perché irritarsi? Boh.
In conclusione, non so perché ho scritto questo post ma, soprattutto, non ho la benché minima idea di cosa vorrebbe significare.

(foto tratta da http://photos-d.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/285341_101145529987483_100617620040274_2739_3401655_s.jpg)