martedì 28 febbraio 2012

lunedì 27 febbraio 2012

Monti in sella!


L'altra sera, guardando molto distrattamente "8 e 1/2" (non il film di Fellini, sia chiaro), ho incautamente udito un pensiero del filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e non so che altro.
Sull'onda delle decisioni di un governo più Mari(o) che Monti, e scusate il bistrattato gioco di parole, il buon Max afferma che tra i partiti è ormai corsa al Premier "ad interim". Mi spiego. Secondo Cacciari, e non solo, i partiti politici che dal Pd vanno al PdL passando necessariamente per il "via" - il Terzo Polo - stanno contrattando per avere nel proprio team proprio Monti, e proprio come se fosse il Messi della politica (o forse parlavano di messia, non ho ben capito).
Concludeva, sempre Massy, dicendo che chi potrà schierare in squadra Super Mario (così ultimamente definito anche dal Ministro Passera) ne conseguirà sicuramente un grosso vantaggio alle prossime politiche post-2013.
Va bene Massimo, ma siamo proprio sicuri?
Scusatemi, da profano, ma se la politica di Mario Monti è oggi improntata sul costante e continuo sacrificio, sulle proteste di operai, tassisti, notai, avvocati, benzinai, cittadini qualunque e chi più ne ha più ne metta, chi mai avrà il piacere di votare quel partito che annovera tra i suoi "eletti" Mr. Lacrime e Sangue?
Ora come ora ogni scelta impopolare fatta può tranquillamente esser fatta, tanto non è necessario render conto a nessuno. Ma all'interno di uno schieramento politico dove i compagni di squadra sono muniti di Super Attack per, diciamo così, "riparare le poltrone", chi mai si sognerebbe di avere come collega Mario Monti?
Ma, soprattutto, l'elettore che ora si lamenta - giustamente, mica l'ha votato -, come potrà lamentarsi di un soggetto che ha - invece - votato?
Lamentela regna.
A voi più intelligenti ed approfondite argomentazioni.

domenica 26 febbraio 2012

The artist (di Michel Hazanavicius)


Volete andare al cinema e limonare?

Cambiate film perché, come saprete, The Artist è un film muto.
Non sono ammesse distrazioni.
Io, non avendo mai visto un film muto e non sapendo cosa aspettarmi, credevo di non farcela e, infatti, l’ho avvisato se mi vedi dormire dammi una gomitata e, invece, l’ho seguito tutto, senza neanche un accenno di abbiocco!

George Valentin, star del cinema muto, cade in disgrazia con l’avvento del sonoro nei film.
A salvarlo, una prima volta il suo cane, una seconda volta l’amore, anche per il cinema.
Alla sua discesa corrisponde l'ascesa di Peppy Miller, giovane attrice che proprio con lui aveva fatto i primi passi nel mondo del cinema, interpretando piccole parti in varie pellicole per poi diventare una stella del nuovo modo di fare film.

Le scene sono principalmente accompagnate da musica, allegra o triste in base alla storia, brevi i momenti di silenzio in cui la già perfetta interpretazione degli attori la fa da padrona:






lui (Jean Dujardin, con la sua vittoria ai Golden Globe Awards come miglior attore in un film comico/musicale e con la sua meritatissima candidatura all’oscar, tra poche ore sapremo se ha strappato la statuetta di mano a George e a Brad);










lei (Bérénice Bejo, non da meno, è infatti candidata all’oscar come migliore attrice non protagonista);







la scena in cui loro scoppiano a ridere, mentre girano un film che interpretano insieme, parla da sola;

lui (il jack russell Uggie, vincitore del Golden Collar Award)


















ed io ci aggiungo Malcom McDowell che interpreta il fedele maggiordomo di Valentin.

Per un'ora e mezza sarete elegantemente catapultati alla fine degli anni venti, le emozioni dei personaggi sono esaltate dall'assenza del sonoro e vi ritroverete a sorridere quando i protagonisti sorridono e a rattristarvi al cambio di musica.
Divertente e piacevole. Da non perdere.

venerdì 24 febbraio 2012

Ingredienti per due

-grano (che poi noi al supermercato abbiamo trovato solo i 5 cereali);
- 2/3 acciughe sotto sale;
- gamberetti;
- 2 zucchine;
- 5/6 pomodori ciliegino;
- qualche foglia di menta;
- olio;
- sale.

Tutto questo per fare il grano (5 cereali) al profumo di menta.

Livello di difficoltà - se ci riesce mia sorella..-

Mettete un filo d'olio in una padella. Aggiungete uno spicchio d'aglio e le acciughe, ben lavate, e schiacciatele con una forchetta.
Tagliate a cubetti le zucchine e mettetele nella padella, salate, poco, perché le acciughe sono già saporite. 
In un pentolino fate scottare per pochi minuti i gamberetti.
A metà cottura delle zucchine, cuocete il grano; a pochi minuti dalla cottura completa scolatelo e mettetelo nella padella, aggiungete i pomodori tagliati a cubetti, i gamberetti e la menta tritata grossolanamente. 
Lasciate andare per un paio di minuti, o di più se vedete che c'é ancora dell'acqua di cottura rilasciata dalle zucchine, e il piatto é pronto.

Buon appetito!


giovedì 23 febbraio 2012

How is it going? - Pilot


Dalla corrispondente emigrata ed immigrata.

Difficile approccio quello che vivo ogni volta che mi trovo di fronte a un foglio bianco, ma ad ogni modo proverò a raccontarvi quello che è vivere un anno nella citta’ degli angeli.

Mai nome fu più appropriato. Los Angels è popolata di angeli, ovvero persone completamente diverse, ognuno a suo modo esprime se stesso senza badare a convenzioni. E proprio cosi mi piace pensare che facciano gli angeli!

Proverò a raccontarvi quello che si respira per strada, tutto quello che questa immensa città offre, le cose positive e le cose negative ma anche tutti gli strafalcioni e le maccheroniche situazioni in cui spesso un immigrate si trova e, credetemi,  capita molto spesso.

Per farvi un esempio vi spiegherò il perché ho scelto (insieme al mio super visor my name is nick) questo  titolo per la rubrica: HOW IS IT GOING?

Arrivata qua a fine Agosto, una delle più ricorrenti domande che mi veniva posta era proprio questa. Bene, tutti voi ne avreste capito immediatamente il significato. Io NO.

E si, perché a scuola mi hanno sempre insegnato a dire HOW ARE YOU? Con conseguente risposta: FINE and YOU? Invece no, nella vita reale la frase che ti viene posta quando incontri qualcuno in qualsiasi ambito, ufficio, negozio, museo ecc… e’ quella.

Giorni di mutismo e sorrisini di imbarazzo!! Poi piano piano ci sono arrivata. E sono arrivata anche alla conclusione che e’ una frase detta tanto per dire; a nessuno interessa la risposta e sei proprio extracomunicatario se provi ad esprimere, comunicare come veramente ti senti.

A volte mi domando perché chiederlo se non ti interessa la risposta. E invece no! fa parte dell’essere Californiano! HOW IS IT GOING? GREAT, what about you?

Di conseguenza quando cammini per strada e incontri qualcuno e’ “d’obbligo” scambiarsi un sorriso! Il perché di questo dev’essere dovuto al fatto che L.A. e’ fantastica grazie alle persone che ci vivono. La rendono unica, con il loro stile di vita espresso senza nessuna paura dei pregiudizi; con un unico must: non ledere la libertà altrui. Per il resto sentiti libero di esprimere te stesso arricchendo la città con il tuo essere!


Vi dirò, ci si abitua facilmente alla cortesia delle persone e al cercare di essere solari anche con chi non si conosce!

Giulai (rigorosamente in americano)

martedì 21 febbraio 2012

Playlist versione 1.1

Non ricordo in che stagione ho proposto una mia prima, cortissima, ma intensissima, playlist.
Erano i tempi di Max Gazzé, dei Baustelle, de Il Genio e di Vinicio, che, in fondo, ma neanche tanto in fondo, vero genio è.
Detto questo, ora vi propongo la seguente. Più lunga e più "pensata".

1) Wilco - You and I
2) Arctic Monkeys - Suck it and see
3) I Cani - Le coppie
4) The Maccabees - (random)
5) The Shins - Caring is creepy
6) Kasabian - L.S.F.
7) Felt - Ballad of a band
8) Young the Giant - My body
9) The National - Anyone's ghost
10) Ex-Otago - Giorni vacanzieri e/o La foresta

Tutto rientra nei fantastici anni duemila ad eccezione del pezzo dei Felt, senza un disco all'attivo ormai dai primissima anni '90, o addirittura prima.
Tutto rientra nella fantastica musica straniera, ma non capisco perché si debba tanto snobbare la musica italiana, soprattutto con chi ci si affaccia da neonato o poco più.
Vero, non è che si trovi in giro chissà che di interessante e soprattutto tutto diventa così troppo di nicchia da essere quasi insopportabile. L'exploit di generi/non generi come l'indie-pop-rock-echipiùnehapiùnemetta, delle mode hypster e delle camicie a quadri, del "cammino verso il passato" (parafrassando il titolo della trilogia di Zemeckis) con i Ray-Ban aviator, prima, e Wayfarer, poi, hanno creato tendenze ed avvicinamenti a gruppi musicali del passato, tendenze catturate prima all'estero e poi imitate da noi, alcune.
Altri cercano la musica d'autore a tutti i costi, con testi così impegnati, radical-chic e politically-scorret da necessitare una laurea per capirli.
Io vi propongo I Cani e gli Ex-Otago, che forse con tutto quel che ho scritto non c'entreranno un cazzo e che forse, proprio per questo, mi piacciono (oddio, le mode son le mode, vedere i video per credere).
E' una playlist influenzata dal necessario continuo ascolto di ogni canzone degli Wilco (il concerto dell'8 marzo è imminente), da un'usura di Velociraptor dei Kasabian, da un moderato ascolto di Given to the Wild, dall'innamoramento per Suck it and see, ecc., ecc. Tutte cose di cui mi avete comunque già magari letto parlare in queste pagine.
E no, gli Sugar Ray non mi piacciono, sorry.
Repetita iuvant cari in-coscienti, ma forse avevo già detto anche questo.


(ah, il flash sulle mode devo capirlo ancora adesso, pensieri a manetta, sorry).

lunedì 20 febbraio 2012

"Leoni & Palme" ed orsi, d'oro?


La tragicommedia, e non solo, si è perfezionata la domenica, nel momento in cui, a Berlino, Rai-Cinema - piuttosto direttamente -, in qualità di co-produttrice, è stata proclamata vincitrice dell'Orso d'oro a Berlino con il film "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani.
Nel mentre, a casa nostra, in una ridente cittadella ligure, sempre in Rai, si discuteva se il molleggiato fosse all'incirca paragonabile al male fatto carne, se la qualità e l'audience potessero andare a braccetto, se la farfallina di Belen fosse stata un vero scandalo ed altri argomenti assolutamente di livello.
E' ovvio come tutto ciò vada tenuto distinto. Bravissimi in un verso, pessimi di converso.
Mi diverte leggere le dichiarazioni dei vari presidenti, direttori generali, "Lei, Lai e gli altri" (solo i genovesi possono capire la citazione), che da un lato si pavoneggiano di un risultato eccellente (non ricordo da quando non si vinceva un Orso d'oro, ma credo tanto), e dall'altro, da puritanology, prendono subito le distanze da personaggi che proprio sul palco dell'Ariston hanno portato loro (chi più direttamente, chi meno).
Se gli ascolti hanno fatto boom, è dimostrazione che il pubblico - generalizzo - sia ormai "attratto" da un certo tipo di televisione (e guardando film, video muiscali, show in prime&second time, credo di non sbagliarmi più di tanto). Non siamo più negli anni '60 quando dire una parolaccia era un abominio. Forse stiamo esagerando, non lo nego, ma se si è venuti a conoscenza solo qualche mese fa della circonferenza esatta dell'orifizio anale di Belen, dove sta problema nell'aver mostrato una farfallina? Il problema non è forse aver invitato un "cattivo esempio", se così può essere definita? 
La Fornero (con quel "la" che tanto le piace), afferma: "qualche volta mi sono sentita offesa per come viene trattata la donna in tv. La cosa migliore è cambiare canale o spegnere del tutto che è più salutare".
Certo Ministra, può anche aver ragione, ma le ricordo - da banalotto - che purtroppo noi non possiamo spegnere il Parlamento. Mi è piaciuta la risposta di Belen che più o meno ha ricordato "sono una showgirl, non faccio le leggi"; forse la showgirl dimentica Carfagna & Minetti & co. Donne, accompagnate da ancor più uomini poltronati, che fanno sentire "offesi" noi cittadini/elettori. 
Chiedo venia per il qualunquismo, ma chi di qualunquismo ferisce, di qualunquismo perisce.
Celentano? Forse in un'altra puntata.
Brava Rai per l'Orso, pessima Rai per il Leone.
W lo share (e soldi) o W la qualità? ("si ma che cos'è la qualità?", penso. Il fatto che nei "salotti" si stia parlando più della "Leonessa" che degli "Orsi" dovrebbe solo che far riflettere).
E ora tutti al cinema, o magari all'Ariston, ma solo se in programma c'è "Cesare deve morire".

domenica 19 febbraio 2012

Millennium - Svezia vs. USA.




Stasera si parla di blockbuster, ma non della ormai decadente catena di noleggio film, quanto più della saga Millennium nelle sue due versioni cinematografiche offerte al pubblico.
Già, perché del successone di Stieg Larsson, letto ormai anche su Giove, non bastava solamente “l’orginale” svedese, no. Gli americani han dovuto riproporre la stessa storia in altra salsa (barbecue?).
Detto questo, ed avendoli visti entrambi, penso che il secondo colpo sia un pelo migliore.
Forse influenzato fin da piccolo da film più “precisi”, la versione made in Europe (seppur più fedele al racconto cartaceo) è di qualità lievemente inferiore.
Anzitutto gli attori. E' chiaro che vedersi Kalle Blomqvist interpretato da Daniel Craig o da uno sconosciuto, rende in maniera differente; ma forse il punto centrale - e mio personale - non è neppure solo questo. L’idea che mi sono fatto del giornalista d’inchiesta leggendo quelle 800 pagine circa, non si riflette né nell’uno, né nell’altro attore; piuttosto una via di mezzo tra i due tendente più a Craig. Non necessariamente bello ma, quanto meno, con un gran fascino. Elemento certamente non ascrivibile (passatemi il termine) a Michael Nyqvist ed alla sua panza flaccida.
Per quanto riguarda Lisbeth Salander, invece, devo ammettere che all’inizio ero per Noomi Rapace tutta la vita. Non capivo, e non capisco, le sopracciglia di Rooney Mara. Perché così bionde, bianche? Non avevo piacere a vederla. Con lo scorrere della pellicola, con le 827 sigarette che si fuma (ma non avevano proibito la “fumata” neifilm?), e con quel sedere ho cambiato idea: Rooney beat Noomi, ma non di tantissimo.
Nel complesso il film, seppur doverosamente lungo, si lascia vedere, in particolare da chi ha letto ed è appassionato del libro.
L’attenzione viene attirata fin da subito, titoli di testa ritmicamente metallari ed a tutto volume, poca lentezza e tanta necessaria azione.
Questa “ristampa” cinematografica è più lineare e, forse, addirittura più comprensibile della prima. Spiega e lega meglio i diversi avvenimenti ed infiniti personaggi. Ecco, esagera un po’ in alcune libere interpretazioni dalla storia originale, lasciando interdetto chi, ovviamente, si aspettava altri sviluppi.
Dopo tutto quello che ha passato in James Bond, c’è da dirsi che per Daniel, questo film, è decisamente all’acqua di rose.
Concludo citando un mio “compagno” di visione “film bello, avrebbero dovuto fondere i due, però: sceneggiatura dell’altro, regista ed attori di questo”.
Buona visione.

giovedì 16 febbraio 2012

L'amicizia ai tempi del blog


"A me non hai mai scritto che ti ha fatto piacere conoscermi! A Marce sì, invece!"


"Ma, Amarillys, con te ho aperto un blog!"

mercoledì 15 febbraio 2012

Dio continui a salvare la regina! by M.C.



Si dice che non sia bella, che non sappia vestire, che i suoi cappellini siano buffi, che ami i suoi corgi più del marito, sempre un passo dietro di Lei, oltre che dei figli, che non abbia saputo apprezzare e comprendere Lady D, e che sia incapace di esprimere apertamente i propri sentimenti.

            Taluni, addirittura, si spingono a sostenere che, in fondo, regnare - in uno stato dove, dal 1215, vige la sacrosanta distinzione con il governare – sia la cosa più banale del mondo. In fondo che ci vuole?

 Certamente perdi quella privacy che noi tutti, nell’era dove la si è di fatto perduta in nome di quel concetto decisamente hobbesiano che pone al vertice delle priorità la vita, utilizziamo come scudo protettivo contro le più o meno legittime interrogazioni altrui ma, alla fine, in cambio, “hai tutto”.

            Nel celebrare la data che solo vide Vittoria prima di Lei sedere così a lungo sul Trono di San Giacomo, sarebbe scioccamente inutile elencare tutti i pro e tutti i contro; il risultato suonerebbe come la tetra ripetizione da rotocalco di cose che altri,  prima e meglio di me, butler compresi, hanno osservato e riportato a noi comuni mortali.

            Tutti noi, infatti, conosciamo praticamente ogni aspetto, dettaglio e, ahi Lei, scandalo della Sua vita, oltre che delle vite dei componenti di quella famiglia alla quale Lei ha così abilmente adattato la ricetta di tradizione e progresso ma senza farLe perdere di vista il Suo primario mandato.

            Non posso far altro che sperare di vederLa il più a lungo possibile al Suo posto, continuando a leggere nel suo sguardo quel guizzo che a molti sfugge, quello di chi, nonostante il supremo ruolo, ha conosciuto e ancora conosce il piacere di sapersi fare una risata, senza mai perdere il senso del dovere e di chi, soprattutto, ha dato l’impressione a tutti, dagli studenti stranieri che viaggiano per una sola estate, al turista occasionale, che in Gran Bretagna ci si sente a casa, la Sua, e di essere tutti benvenuti.

            Auguri, Vostra Maestà! Donna quanto mai contemporanea. La monarchia arcaica? Sappiamo tutti che si tratta di una sciocchezza. Egoisticamente spero Possiate regnare abbastanza tempo per consentirmi di prendere un tè, anzi, a tea, con Voi.


M.C.


(foto tratta da http://www.spraymagazine.it/L-Inghilterra-festeggia-60-anni-di-regno-della-Regina-Elisabetta-e-Camomilla-propone-cappelli-british-style.html)

martedì 14 febbraio 2012

Una nuova ventata di in-coscienza.

Cari in-coscienti,
tranquilli, non avete sbagliato blog. E' sempre in-coscienza e, purtroppo per voi, siamo sempre noi quattro.
A quasi un anno dall'incredibile apertura, abbiamo cercato di modernizzare un qualcosa che ormai sembrava stantio e naftalinico.
Gli argomenti sono stati ridotti e resi ben visibili, abbiamo arruolato una collaboratrice stars&stripes che quando ne avrà voglia vi racconterà ciò che succede - di cool - oltreoceano (non vi svelo troppo, a brevissimo uscirà un pilot).
Un nuovo, fresco e solare header. Nostalgici del passato, una nuova immagine con un occhio sulla vecchia e comunque non dimenticata.
Nella speranza che tutto questo vi piaccia aspettiamo opinioni, consigli e suggerimenti.
Chiediamo un po' di pazienza, il tutto è in fase di ultimazione. Scusateci per eventuali link sballati e nuovi gadget "in (s)comparsa".
Buon giro, e sempre grazie per visite e commenti.
Enjoy!

amarillys
boh!
Dott. A.
my name is nick

PieroPorn.


(v.m. 18)

Ragazzi miei, Piero ne ha combinata un'altra.
Non contento della sua prima incredibile e disgustosa uscita, a seguito di spionaggio informatico, ed in barba alle più basilari regole dettate dal D.Lgs. 196/2003 (ehm, scusate, Codice della Privacy), abbiamo scoperto che sul suo pc ha questo video (avrei voluto postare la locandina ma le maggiori testate giornalistiche avrebbero parlato di in-coscienza come luogo di somma perdizione).
Come avrete capito dal tenore fotografico - o, per i più interessati, a seguito di un doveroso approfondimento video -, il nostro caro amico tondeggiante è altresì amante del porno.
Fermo restando che ognuno è libero di usare le mani come meglio crede, ragiono su di un punto.
Pur avendo ahimè chiuso Megavideo, la rete è ancora il tempio dello streaming. Esistono siti come youjizz, youporn, spankwire, tube8 e chi più ne conosce meglio è (la monotonia dei filmati è una brutta bestia) che permettono un intrattenimento gratis, immediato e, per chi è meno fortunato, rapido.
Perché scaricare ancora?!
Mi immagino il nostro povero eroe lì, in fase download, a spingere virtualmente quella barretta verde verso il 100%, ad aspettare qualche ora o qualche giorno, per soli pochi minuti di libido.
Pensate poi se al posto di "Ti entro nel culo" ci fossero stati Gli aristogatti, che scesazza ("error inverso" di eMule).

domenica 12 febbraio 2012

IO PISCIO IN STRADA...

Classico esempio di persone che urinano in strada.
"Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere"
"Problemi di batteri richiedono una grande attenzione quando si fanno certe pratiche"
"Quindi nel momento dell'educazione sessuale nelle scuole, e' normale, corretto e fisiologico dare un modello: gli organi dell'uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non e' altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne"

Quelle che leggete non sono frasi tratte da "Super Quark" e nemmeno da qualche vecchia cassetta di "Esplorando il corpo  umano", le ha pronunciate l'On. Carlo Giovanardi, politico del PDL, ex Ministro e convinto bigotto il quale, in un'intervista radiofonica di questo pomeriggio, ha paragonato i baci saffici (a suo dire di cattivo gusto) ad un'altra pratica abbastanza diffusa, ovvero fare la pipì per strada.

A questo punto, non riuscendo a cogliere il nesso logico che sta dietro i ragionamenti del mitico Carletto, molto brevemente gli risponderei con un paio di regali, ovvero, la mia vecchia collezione di "Esplorando il corpo umano" in VHS, che gli sarà molto utile per schiarirsi le idee, su virus, batteri, globuli bianchi e funzioni corporee ed una bella pisciata sulla portiera della sua auto blu.

Vorrei però concludere con un ragionamento perché, dopo lo stupore iniziale, i miei neuroni asfittici hanno cominciato a darsi da fare e mi è sorto questo dubbio: se nella mente di Giovanardi un bacio saffico richiama in modo del tutto spontaneo l'immagine della pipì non sarà che Carletto è un amante del "pissing" (che per chi non lo sapesse è una pratica sessuale a base di urina)? 
Ma certo la risposta è scontata: A GIOVANARDI PIACE IL PISSING!

Ora scusate ma questa sera ho bevuto troppo e devo proprio correre in strada.

Alla prossima Punzicata,
Dott. A.

The Iron Lady


Questa volta non mi sono addormentato, e questo potrebbe già essere considerato un evento.
"The raise and fall of Maggie Tatcher". Questa etichetta rimbombava nella testa, suonandomi così simile ad uno degli album più riusciti di un altro britannico per eccellenza, che ho pensato: "why not?".
Ed infatti, tutto ruota intorno all'ascesa (politica) e caduta (personale) della Lady di ferro.
Già, perché politicamente parlando, credo sia impossibile pensare di essere perfetti, di non sbagliare, di non, eventualmente, cadere. Nella vita privata, invece, l'obiettivo è proprio quello, una caduta si rivelerebbe decisamente più dolorosa, e per sempre.
Le scelte della Tatcher sono note, e l'aver anteposto la sua volontà di cercare di guidare un paese in declino al marito ed ai gemelli è stata una decisione ponderata e presa, le cui conseguenze si sono abbattute (filmativamente parlando, nella vita personale non ho mai avuto il piacere di prendere il thé delle 5 con la baronetta) sulla sua "incolumità" personale.
Essere soli è dura per tutti.
Terminata questa premessa, il film in sé, a parer mio, non decolla.
Si salva esclusivamente per l'interpretazione - in sé e per sé considerata - regalata dalla Streep, e strappa dalle grinfie Morfeo solo per i siparietti comici del marito, reso ironicamente pungente.
Il resto è un docu-film sul governo più lungo della storia, piuttosto piatto.
Agli appassionati di storia, o a chi è incuriosito da chi ha vissuto al n.10 di Downing Street dal 1979 al 1990, consiglio piuttosto un libro, o un dvd @ home, più costosi di un'uscita al cinema ma interrompibili in ogni momento.
Mi scuso con David per l'appropriazione iniziale.

giovedì 9 febbraio 2012

Carofiglio - Il silenzio dell'onda




Che cosa hanno in comune un carabiniere quarantasettenne, ex agente sotto copertura ormai in congedo, ed un ragazzino undicenne – timido, impacciato e dannatamente sensibile – che nei sogni scopre se stesso? Niente. O forse tutto. Perché entrambi sono figure deboli, in balia degli eventi, incapaci di reagire alle difficoltà – diverse per ragioni anche anagrafiche eppure simili – che la vita ha loro riservato.

La narrazione si sviluppa alternativamente attorno alle due figure, con racconti che si sfiorano, si rincorrono e si intrecciano, fino ad incontrarsi in un finale comune. Il romanzo procede leggero, senza strappi, seguendo le vite dei protagonisti e le loro emozioni: Roberto, il carabiniere in congedo, si racconta attraverso un susseguirsi di sedute dallo psicoanalista (che diventano occasione per “ritrovare” il padre, con cui condivideva la passione per il surf) dapprima silenziose e poi riempite di parole impetuose e sempre più fluide. E Giacomo, che di notte vive ciò che il giorno gli nega: l’affetto e l’addio più consapevole verso un padre che non c’è più e le attenzioni di una compagna di scuola, bella e irraggiungibile. I due protagonisti, inconsapevolmente, si aggrappano a questi frammenti per cercare di squarciare il velo di tristezza che li avvolge fin dalle prime pagine.

Sarebbero destinati ad un probabile fallimento se non fosse per l’incontro con due donne, Emma nel caso di Roberto e la tanto sognata Ginevra per Giacomo, che segnano una svolta nella vita dei protagonisti e li avvicinano, fino a che le pagine di uno non si uniscono e si sovrappongono a quelle dell’altro. I due protagonisti saranno allora preda di sentimenti ed emozioni contrastanti e dovranno fare i conti con ricordi, anche dolorosi, che riaffiorano prepotenti.

L’alternarsi dei due piani di narrazione cattura il lettore, sempre sospeso tra le vicende di Roberto e i sogni di Giacomo e desideroso di conoscere il perché di questo incessante parallelismo. Il racconto scorre veloce, impreziosito da descrizioni – di luoghi, di situazioni o anche solo di emozioni – di rara maestria. Sono i momenti meglio riusciti del romanzo, in cui Carofiglio si dimostra all’altezza di se stesso. E tuttavia, la storia non convince appieno. La patina di triste rassegnazione che circonda i due protagonisti, ed in special modo la loro presentazione, accompagna il romanzo nella sua quasi totalità e finisce per appiattire la storia. Il risultato è un libro che sfiora diverse tematiche, anche profonde, ma senza mai affrontarle apertamente, quasi a lasciarle sospese e irrisolte nella testa del lettore. Manca un pò il mordente ed anche il finale a sorpresa tradisce in parte le attese e si banalizza in un triste e depravato clichè dei giorni nostri.

In definitiva, è un po’ un libro alla Fabio Volo (nota non eccessivamente positiva in effetti), in cui però una storia non particolarmente avvincente è resa piacevole da una scrittura che – almeno per ciò che mi riguarda – non ha eguali.

E tuttavia, è un libro assolutamente da leggere, per almeno tre motivi:
1)   perché l’ha scritto Carofiglio, e ciò che scrive Carofiglio va comunque letto;
2)   perché insegna a Fabio Volo come si scrive; 
3) perché lo dico io, e tanto basta.

mercoledì 8 febbraio 2012

Il predicozzo dei padroni...


Michel Martone, componente del Governo,
 figlio del magistrato Antonio Martone.
Ricciolino pettinato all'indietro, parlata entusiasta, occhialetti alla Gramsci ma senza falce e martello.
Vestiti di alta moda, sguardo da furbetta, gioielli sobri ma costosi e lacrimoni che scendono a dirotto.
Austero, impenetrabile, elegantissimo ma inosservato, praticamente un Man in black ma senza grillo tonante e alieni che girano per casa.

Indovinate un po' di chi sto parlando? Non sono i personaggi di Lost e neppure quelli dell'ultimo James Bond. Sono solo alcuni degli esimi e pluridecorati componenti del nostro mitico Governo tecnico. In particolare: Michel Martone, Elsa Fornero e Mario Monti. 
Dei veri e propri furbacchioni si direbbe, ma non come Silvio, niente ville e niente sfarzi per loro. Niente ostentazione, niente sorrisi smaglianti o battute volgari, solo grande austerità, eleganza e quell'arroganza tipica di chi la sa lunga, più lunga degli altri perché nella vita ha saputo correre più degli altri.

Non ci è dato sapere poi se le mirabolanti carriere di questi signori siano frutto del talento, della fortuna o di alcune illustri frequentazioni (a cominciare da Bettino Craxi). 
Non si sa poi se certe affermazioni fuori luogo siano solo frutto della disattenzione o se dietro vi sia un disegno ben preciso, come un giocatore che ad ogni mano cerca di alzare la posta. Certo è che il vento liberista che tira nelle stanza dei bottoni di Palazzo Chigi si è subito tramutato in una fastidiosa afa da precariato.

Parlano di crescita e sviluppo ma sembra che tutto ruoti intorno all'articolo 18.

Parlano di merito e flessibilità, eppure alcuni tra i più ben sistemati e raccomandati d'Italia o fanno parte del Governo (vedi il sottosegretario Martone) o sono figli di membri del Governo.

Parlano di liberalizzazioni e aprono qualche farmacia in più qua e la e aumentano il numero dei notai in modo risibile.

Insomma, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si prende e a me qualcosa proprio non torna, anzi ripensandoci tutto torna: siamo in Italia! E meno male, per un attimo mi è quasi sembrato di essere in Grecia...

Alla prossima Punzicata,
Dott. A.

martedì 7 febbraio 2012

Our special thanks to...

..Cri, di Cristina's World, e iaiakasa, di Coffetime, che ci hanno consegnato questo





Adesso tocca a noi.

Come sapete io, Amarillys, condivido questo spazio virtuale con 3 amici: my name is nick, Boh! e Dott. A. e abbiamo pensato che scrivere 7 cose di ciascuno di noi rischierebbe di annoiarvi, quindi, ne scriveremo una a testa e poi tre cose su in-coscienza.

1. In palestra cerco sempre l'armadietto indicato con un numero le cui cifre, sommate, diano 3  (Amarillys).

2. Nonostante la mia giovane età perdo i capelli (Boh!).

3. Facilmente irritabile e categorico al 101%, oscillo tra diplomazia ed ebollizione (my name is nick).

4. Sempre alla ricerca, quasi mai ad una conclusione... (Dott. A.)

5. In-coscienza nasce su proposta di my name is nick e accettata con entusiasmo da me, Amarillys, e con grandissimo entusiasmo da Boh!, si, proprio lui che scrive meno di tutti noi! Il Dott. A. viene poi "assunto" per la seguitissima Punzicata.

6. Con in-coscienza, lo sappiamo, faremo il botto.

7. Se io e my name is nick ci dovessimo separare, professionalmente parlando, ci troveremo d'accordo sull'affidamento congiunto di Boh! e Dott. A.

E i vincitori sono:

- Nanìa
- Bussola
- Queen B 
- Arianna
- MrJamesFord

(aggiunta di my name is nick delle 20:06. Se i "vincitori" o come vogliono chiamarsi decidessero mai di interrompere qui tutto, evitando di scrivere 'na cosa simile, nessuno si offende, credo).

Bea, la filosofa

"5 minuti e andiamo a dormire"

"prima voglio il latte, mi tranquillizza"

"ma é tardi!"

"eh..ma la mia vita é così!"

lunedì 6 febbraio 2012

The Maccabees!




Ammaccabees!
Sentendo l'ultimo disco dei The Maccabees mi è fuoriuscita spontanea, senza filtri, quest'espressione mezzo anglofono/romanesca, un mix tra stupore e compiacimento. Finalmente.
Già. Non sono molte le indie-band che ultimamente mi han fatto fizzleare (slang di Fizzy Fun! Cos'è il Fizzy Fun?! Cercatevelo) la testa. Un certo e costante piattume con qualche sporadico sobbalzo, ma nulla più.
Il quintetto britannico capitanato da Orlando Weeks, invece, mi ha proprio preso.
Da questo inizio sembra che gli abbia scoperti solo da poco, e magari con "Given to the wild" (terzo lavoro); ecco non è proprio così, parlerei più di ri-scoperta. Una lieve patina ovattante era rimasta sui loro primi due album, certamente interessanti in un palcoscenico, quello inglese, dove le mie preferenze, però, erano e sono tutte per i Kasabian (de gustibus cari in-coscienti, sarà anche la fede rossoblu di Pizzorno? A voi le meglio viste e ritenute answers).
Però, però, però (e con quest'ultimo sono 4, i però; ora 5), con "Given to the wild" i The Maccabees sbucanoo di nuovo fuori. Un bucaneve (mai paragone più appropriato in questo gelo presumibilmente pre-atomico), che affascina. Raccoglieteli e portateli via.
Il loro sound travolge perché non esagera nella complessità. Non stufano. Il mio primo giudizio su un artista (sempre personalissimo, sia chiaro) si basa sul livello di attenzione che mi richiede l'ascolto. Più devo essere attento più non riascolterò. Sono io che devo scegliere quando essere attento; se l'attenzione mi viene imposta con un qualcosa di pesante, beh, il delete è immediato.
Loro no. Loro galleggiano, sono io che cerco di capirli, non loro che mi obbligano.
Capire il cut off dai due album precedenti.
Mi è piaciuta la continuità della prima parte del disco, lo stacco col singolo Pelican (del tutto estraneo al contesto e molto redio) e poi il seguito.
Bravi, non eccelsi, ma bravi!
Credo che ad un live sarebbero veramente noisy! Il 12 febbraio sono a Milano, loro. Io no. il "permesso" per uscire prima me lo sono speso per andare l'8 marzo a sentire gli Wilco.
Andate, in-coscienti, sappiatemi dire.


domenica 5 febbraio 2012

Hesher è stato qui!


Questo film ti stordisce.
Ecco, uscito dal cinema pensavo di essermi preso una bella scazzottata. Infatti, il savoir-faire di Hesher è molto simile ad un pugno nello stomaco.
Metallaro, rozzo, sporco, assolutamente irritante, Hesher irrompe nella vita del giovanissimo TJ poco dopo la morte della madre, distruggendo d'un fiato quella patina di tristezza posatasi sulla sua famiglia.
Con i metodi meno ortodossi possibili schiaffeggia per tutta la durata del film lo stesso TJ e suo padre, affezionandosi , invece, quasi compulsivamente alla nonna, unica in grado di metabolizzare il lutto, ma al tempo stesso incapace di far cambiare rotta ad una famiglia in aperto declino.
Nel mezzo, la necessità per un ragazzo di tredici anni di difendersi dalle vessazioni del bullo di turno ed un amore quasi impossibile per una cassiera precaria e decisamente più grande.
Spencer Susser offre un film dai contenuti probabilmente già visti, lo schema è il classico della "bomba atomica" che dal nulla irrompe in un dato luogo e momento, sconvolgendone, una volta esplosa, l'esistenza.
Nel suo iter prevedibile, il film lascia comunque voglia a chi è seduto sulla poltrona di restarci incollato,  per sapere che succederà cosa s'inventerà Hesher al suo prossimo ingresso..
Ma Hesher è davvero li per caso?
Le sue innumerevoli storie senza senso e da bocca aperta, buttate, gettate come i più veri e giusti insegnamenti, sono certamente da cogliere, pulire e contestualizzare. Magari banali e fin troppo chiare una volta recepite, ma forti.
Giocoforza è il modo la chiave di tutto. Il metodo con cui ci si esprime a volte può essere più importante delle parole; la scelta del mezzo è fondamentale per farsi e per far ascoltare. Non doveva forse ricordarcelo Hesher, ma, ad ogni modo, repetita iuvant.
Lo consiglio vivamente a chi non si trova a disagio nel sentire più e più volte le parole cazzo, ditalino, scopata, figa bagnata, ecc. L'"anticonformismo" (passatemi l'espressione) è evidente fin dalla locandina.
Ho letto che il film è del 2010, beh, all'epoca Natalie Portman doveva avere 29 anni. E' incredibile come ne dimostri sempre 6/7 in meno.

venerdì 3 febbraio 2012

Controfiguracce.


Udite udite, Scilipoti è stato clonato!
L'allarme scatta in data 02.02.2012, alla presentazione del nuovissimo libro di Antonio Razzi (ammetto che il primo sussulto è stato "e chi cazzo è?!"), ex dipietrista nonché terapeuta dell'ultimo governo B. essendo riuscito a tenerlo in vita ancora per un annetto.
In questa sede, infatti, si aggira un losco figuro che, pur ostentando sicurezza ed una certa somiglianza con scilli, desta tuttavia qualche sospetto. E' lui, o non è lui?
La notizia, come doveroso, deve essere verificata, e ad un esame maggiormente invasivo, nonché dall'italiano piuttosto regolare del soggetto, l'allarme si sgonfia. Mimmuzzo non è stato clonato, quell'uomo è solo un sosia.
Un sosia?!
Esattamente, "perchè siccome a Scilipoti hanno tolto la scorta, a volte "noi" usciamo per qualche mansione".
Nulla quaestio, ma sogno o son desto?!
Ad ogni modo, che ci fa un sosia di Scilipoti alla presentazione del libro di tal Antonio Razzi?!
La risposta desta più ilarità che interesse (che ce ne frega a noi a) del libro di Razzi e b) del sosia di Scilipoti).
Dovete sapere che gli impegni per un parlamentare di tale statura (scusate la banalità) sono innumerevoli ed inconciliabili. Così, dovendo presenziare ad un importantissimo convegno in Brasile (rectius, Copacabana) e non disponendo ancora del dono dell'ubiquità, per non deludere l'amico, ha deciso di inviare un suo sosia all'evento.
La domanda da porsi forse è un'altra, alla quale però io non so dare risposta: ma perché
Insomma, come i grandi divi hollywoodiani anche i parlamentari nostrani hanno le loro controfigure.

Altre genialate del politico di Barcellona Pozzo di Gotto qui ed indirettamente la.

Viaggio al termine della notte

Ieri sera siamo andati a teatro a vedere questo



Lui é Elio Germano, strepitoso attore, interprete -per citarne alcuni- di "tutta la vita davanti", "mio fratello é figlio unico", "il mattino ha l'oro in bocca" "il passato é una terra straniera".

In questo spettacolo lo vedrete alla sinistra del palco, seduto ad una scrivania a leggere, come non pensi si possa leggere un testo in prosa, in modo appassionato alcuni passaggi del romanzo di Céline, viaggio al termine della notte:

"Quelli di Parigi hanno sempre l'aria occupata, ma di fatto, vanno a passeggio da mattino a sera; prova ne è che quando non va bene per passeggiare, troppo freddo o troppo caldo, non li si vede più; son tutti dentro a prendersi il caffè con la crema e boccali di birra. E’ così! Il secolo della velocità! Dicono loro. Dove mai? Grandi cambiamenti! Ti raccontano loro. Che roba è? E’ cambiato niente, in verità. Continuano a stupirsi e basta. E nemmeno questo è nuovo per niente. Parole, e nemmeno tante, anche le parole che son cambiate! Due o tre di qui, di là, di quelle piccole...- Tutti fieri allora d'aver fatto risuonare queste utili verità, siamo rimasti là seduti, incantati, a guardare le dame del caffè."

La sua lettura si alterna alla musica dal vivo di Teo Tehardo e, al violoncello, di Martina Bertoni.
E' stata una novità, per me, soffermarmi ad ascoltare solo musica, nel senso di musica non accompagnata da parole da canticchiare, e devo dire che mi é piaciuto molto. Inoltre, intervallando in questo modo l'interpretazione di Elio Germano non rendeva la stessa difficile da seguire e creava un connubio perfetto!

Calato il sipario, dopo 50 minuti circa, ci siamo detti che ancora una mezz'ora di spettacolo ce la saremmo gustata volentieri!

Vi rimando qui per le prossime date dello spettacolo.
Non so come funzioni nelle altre città, ma vi consiglio di chiedere se ci sono prezzi ridotti con la tessera feltrinelli o con il tesserino dell'ordine degli avvocati, al Politeama di Genova sono previsti e, infatti, il biglietto lo abbiamo pagato € 12 invece di  € 27 (non male, direi!).

giovedì 2 febbraio 2012

Sento odore di morte.


"Sento odore di morte".
Così me ne sono uscito l'altro giorno dopo una toccate e fuga nella stanza dell'Avv. T.
Avete letto bene, ho sentito proprio l'odore della morte e, si badi, non di morto. L'Avv. T., infatti, è sostanzialmente immortale.
All'alba dei suoi quasi anni 90 continua imperterrito ad aprire le porte dello studio e, quando ci riesce, a chiuderle. Seduto alla sua scrivania con un mix tra preistoria e modernità. Sappiate solo che per battere a macchina (traduco, scrivere al computer) usa Dragon, un programmino di dettatura. Spesso però, quando le telefonate di alcuni clienti lo fanno incazzare e lo si sente urlare un sano "per Dio!!" - rigorosamente con la "erre" moscia -, puo' anche comparire negli atti qualche refuso (esemplifico "come affermato da controPERDIOparte").
Dopo questo breve flash, torno su quell'odore che, a parer mio, doveva proprio essere quello della morte.
Me la sono allora immaginata lì, ferma, stanca, avvolta nel suo manto nero a picchettare per terra con la sua falce; appollaiata  sullo schienale della sedia a pensare sconsolata "oh, ma quando?". E niente, ogni giorno è un giorno perso, ogni minuto che passa è sottratto a qualche altra anima pia che magari nell'aldilà meriterebbe di, o vorrebbe andare.
Se leggesse l'Avv. T. sicuramente non si toccherebbe le balle. Lui che ogni tanto, o meglio, spesso, come un disco rotto ricorda che ai tempi della partigianeria gli avevano insegnato più di 20 tecniche di suicidio indolore, "sia mai che mi catturino", dice.
Lui che da quando sono dentro a questa gabbia di matti (vi ricordo quest'altro soggetto, qui) ripete pressoché quotidianamente "non ci siamo, oggi è il giorno buono". E la mattina dopo eccolo di nuovo, più arzillo che mai a ripetere "ah no, oggi proprio non ci siamo". Espressione assorta e risposta automatica, "Avv., guardi che l'ha detto anche ieri".
Lui, che è forse proprio il suo pensarla così a fregare la mietitrice: "anche se fosse, paura della morte proprio non ne ho, potrei farla finita in qualsiasi momento, se volessi! E, comunque, oggi non và, sento che è quello buono.", e ridaje.
Aprite le finestre e fate uscire quell'odore, "per Dio"!