domenica 18 marzo 2012

I Tenenbaum (di Wes Anderson)


Ormai prossima l'uscita del suo nuovo film (Moonrise Kingdom, che verrà presentato come film d'apertura al prossimo Festival di Cannes), ho creduto opportuno prender parola riguardo ad un'altra delle opere dirette da Wes Anderson, e quindi, dopo il film d'animazione Fantastic Mr. Fox, eccomi qui a dirvi due parole su una delle famiglie più sconclusionate che il grande schermo vi ha mai regalato.
Nel 2001 I Tenenbaum irrompono roboanti col loro mix di genialità poliedrica ed avversione/odio/amore nei confronti di quel padre/marito che dona ai suoi tre figli un talento immenso (chi fin da piccolo è re della finanza, chi autrice di talento e chi affermato campione di tennis), per poi portarselo via coi suoi eccentrici comportamenti.
Royal Tenenbaum (unica interpretazione di Gene Hackman che ho apprezzato), ex avvocato di grido ed ormai sul lastrico, venendo a conoscenza che sua moglie Heteline (Angelica Houston) - dalla quale è separato - è in procinto di avere una nuova storia d'amore, decide di tentare di recuperare quei discreti rapporti che un tempo lo avevano reso, appunto, il "royal" Tenenbaum.
In questo ardito percorso, costellato da alti, bassi e medi, dovrà necessariamente "passare" attraverso i suoi figli Chas (Ben Stiller), Richie (Luke Wilson) e Margot (Gwynet Paltrow), in un turbine di avventure, introspezioni, segreti che vengono raccontati in perfetto stile andersoniano.
Riuscirà Royal a ritrovare lo sguardo di quei figli che un tempo lo guardavano come un eroe?
Comicità al limite del surreale, solite interpretazioni maiuscole (sarà pure una piccola parte, ma sapere che vedrò il faccione di Bill Murray è già un bonus notevole) e tante, tante storie una dentro l'altra, questo sono I Tenenbaum.
Premetto che adoro Wes Anderson, che ogni suo film mi è decisamente piaciuto (sì, anche le tanto vituperate Avventure acquatiche di Steve Zissou), capisco chi si schiera nella fazione anti-andersoniana, non apprezzando uno stile che, obiettivamente, è il leit-motif di ogni suo film.
Per questa pellicola, però, più che per la precedente citata, consiglio vivamente ai "non fan" di turarsi il naso e guardare.
Ne vale veramente la pena.
Ad ogni modo eccovi qualche minuto della nuova opera.

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