venerdì 27 luglio 2012

Kasabian on Fiiiire!



Non sono mai stato un fan sfegatato dei Kasabian”.
Inizia così ogni mia risposta alla domanda “com’è stato il concerto?”. Infatti, non sono mai stato un fan sfegatato dei Kasabian. I primi due cd li ho ascoltati qualche volta trovandoli in qualche loro pezzo molto validi, nel resto ridondanti.
Essendo tuttavia nel mio limbo musicale, ho concesso comunque una doverosa chance anche a Velociraptor.
Decisamente più orecchiabile e, di riflesso, commerciale. L’ultima opera della band britannica mi ha incuriosito al punto da comprare il biglietto per la loro data milanese.
Milano. Zanzare giganti. Aiuto.
Munitomi così di massicce dosi di Autan, reso scivoloso come uno scivolo delle Bolleblù (rinomatisssssimo parco acquatico dell’arquatese) mi dirigo in compagnia presso l’Ippodromo del Galoppo.
Location incredibile. Un posto magnifico di verde, pace e silenzio in una città che più grigia, caotica e rumorosa non si può (non adoro Milano, sappiatelo).
Come ogni concerto che si rispetti, prima tappa fondamentale presso il birraiolo d’occasione e conseguente coda chilometrica.
- Non è che iniziano?
- Boh, magari si, ma come primo non fanno mai un pezzo che spacca.
Detto, fatto.
Quattro singoli estratti da Velociraptor ed, a mente, due e dico due i più passati nelle radio italiane (Man of simple pleasure è da poco on stage), uno di questi, Days are forgotten, era il primo pezzo.
Concerto dalle due anime, praticamente ininterrotto e scisso solo per il passaggio dal classico indie-rock (termine quanto mai abusato e dal significato sempre più sfumato) ad un elctro-psyco-rock vibrante (invento parole e generi).
Personalmente aspettavo con ansia L.S.F. e Fire. La prima me la sono ritrovata immediatamente dopo una incredibile Goodbye Kiss della quale posterei il video se non fosse che un deficiente canta parole a vanvera e con uno spiccato accento genovese, per l’altra l’attesa è stata decisamente più lunga ma ne è valsa la pena (per inciso, era l’ultima).
Chiusura con una beatlesiana She loves you a cappella che non ho molto compreso.
Nel complesso: avevo dubbi sulle capacità live del gruppo di Leicester, mi sono ricreduto. Decisamente coinvolgenti ed intensi, in grado di non far mai perdere l’attenzione.
Il ritorno è stato tutto un “i’m on fiiiiire, lallalalallalalala!”.
Unica recriminazione: Sergio (genovese e, soprattutto, genoano) sarebbe quanto meno dovuto salire sul palco con un bandierone del Genoa o con la maglietta, nemmeno un "Forza Genoa!", amarezza e delusion.


lunedì 23 luglio 2012

Genova Mundi, la mostra fotografica "Genova: I nostri Sguardi".



Molto spesso si mugugna dicendo che Genova non offre molto.
Beh, un motivo per ricredersi è il Genova Mundi, manifestazione che dal 20 luglio al 12 agosto occupa gli spazi dell'Arena del Mare (ma non dite sotto la "tensostruttura", qualche ingegnere ne avrebbe da che ridire).
Proprio per questa occasione, in-coscienza ha deciso di intervistare chi vive l'evento dal suo interno, regalando assieme ai suoi "colleghi" uno e più squarci di una sempre meravigliosa Superba.
Lascio ora quindi la parola a Paolo (su twitter alla "voce" @littlepaolino) che ci incuriosirà sulla manifestazione, con un occhio di riguardo sulla mostra "Genova: I nostri Sguardi".
1) Genova Mundi è iniziata ormai da venerdì, ti sarai fatto un'idea sull'organizzazione e l'accessibilità. Cosa offre di interessante ed i motivi per spenderci una o più serate.
Inizio dall'ultima parte della domanda dicendo Genova Mundi è, innanzitutto, un punto d'incontro fra le culture e popoli "di mare".
Vale la pena visitarla solo per questo.
Vedere, uno vicino all'altro, un ristorante argentino che cuoce lentamente l'asado, un chioschetto greco che prepara un ottimo moussaka o il ristorante messicano che prepara i Tacos è estremamente bello.
Trovo, personalmente, molto interessante questa condivisione di culture, anche a livello culinario.
Genova Mundi è quindi per lo più una fiera dove poter assaggiare piatti tipici di diverse etnie, il tutto condito da balli (anche questi "particolari", si va dalla danza del ventre ai latino-americani), canti, incontri culturali e due splendide mostre: quella di illustrazioni "EuroHope: Immagini dal Futuro" e quella fotografica "Genova: I nostri Sguardi".
L'organizzazione è ottima, i ragazzi di Scirea hanno fatto un lavoro veramente splendido. Le persone che vengono rimangono sorprese, felici e soddisfatte e cosa più importante si rivedono tante famiglie.
L'ingresso gratuito in Fiera, l'ampio posteggio a pochi passi (e pochi euro per tutta la notte) e i prezzi contenuti del mangiare fanno il resto.
Anche per questo ogni tanto posto qualche foto su twitter in modo da far vedere a tutti queste piccole cose, cercando di invogliare le persone a venire da noi.
Unica pecca, forse, è stata la poca pubblicità fatta. Il lavoro sui social network, ad esempio, non è stato virale ed è partito in ritardo. Ma sbagliando si impara, spero.
2) Ferma la doverosa premessa, domanda diretta che più diretta non si può: sei presente al Genova Mundi perché ed in qualità di?
Come dicevo poco sopra, l'organizzazione ha deciso di esporre anche una mostra fotografica; in questa io sono presente con alcuni scatti.
Dire che sono presente in qualità di fotografo è "strano" e forse un po' autocelebrativo, ma in questo caso è proprio così!
Genova Mundi ha scelto di avere anche qualche spazio puramente artistico, in un periodo dove la fotografia e l'illustrazione sono spesso confuse o "trattate male", e la scelta è stata ampiamente ripagata dal nostro lavoro e dalla quantità di gente che viene a visitarci ogni sera.
3) Qual è il leit motif della mostra fotografica? Mi spiego, Genova Mundi può già essere la risposta alla mia domanda, ma che occhio, o meglio, che "obiettivo" avete scelto per Genova?
Ci tengo a dire che la mostra non è stata preparata per la fiera. Questa è la sua seconda esposizione.
Inizialmente abbiamo esposto presso lo "Studio 18" di Silvestro Reimondo (www.silvjreimondo.com), come "saggio" di fine corso, decidendo di mostrare la nostra città attraverso i nostri occhi e i nostri obiettivi; il titolo "Genova: I nostri Sguardi", quindi, è venuto da se.
Attraverso alcune persone poi, siamo entrati in contatto con i responsabili di Genova Mundi che da Firenze sono venuti a vedere la mostra ed entusiasti ci hanno chiesto di esporre anche per loro.
La bellezza di questo tema abbastanza libero, sta nel fatto che abbiamo tutti rappresentato qualcosa di diverso.
C'è chi ha voluto far vedere la Genova dei pescatori, chi ha scelto le forme architettoniche, chi i riflessi nelle vetrine e nei palazzi e chi (il sottoscritto) ha deciso di dare importanza al Cimitero Monumentale di Staglieno e a De Andrè.
4) Commenti da chi ha visto i vostri scatti?
Tanti commenti e quasi tutti positivi.
Troviamo persone anziane che si emozionano a vedere la "loro" Genova vista da occhi più giovani, riconoscendone posti, statue o "abitudini".
Troviamo ragazzi che sono attratti dal nostro modo di fotografare e tentare di "fare arte".
Mi sembra che molti di questi ultilmi vorrebbero poter esprimere il loro pensiero liberamente come abbiamo fatto noi, ma forse non ne hanno avuto la possibilità o non vogliono cercarla.
Ovviamente non è mancata qualche critica come è giusto che sia in questo caso.
La fotografia è qualcosa di molto personale e soggettivo, spesso chi va a ricercare la "poesia" perde qualcosa in bellezza e chi cerca la bellezza si va a perdere in forti tecnicismi che poi non vengono capiti.
Ma le critiche ci aiutano a crescere, a capire ciò che interessa alla gente e dove possiamo aver "sbagliato", benchè (livello tecnico a parte) credo non ci sia il dualismo "giusto/sbagliato" in fotografia, ma solo sensazioni ed emozioni.
5) I bilanci, giustamente, si fanno alla fine, ma pensi che Genova Mundi, e la vostra presenza, possa diventare un evento da riproporsi annualmente?
Lo speriamo tutti. Lo sperano gli organizzatori e lo speriamo noi, perchè la vetrina è importante.
Forse in questo periodo tra crisi e ferie non si potranno fare i pienoni che siamo abituati a vedere a Fiera Primavera o Natale Idea, però spero che la risposta di Genova sia tanto forte da convincere chi ha organizzato tutto a riproporre Genova Mundi negli anni a venire.
Io non posso fare altro che invitarvi a raggiungerci alla Fiera di Genova (19.00/1.30 circa) per gustare tutto quello che di buono viene preparato e per visitare la nostra mostra fotografica...nella speranza di convincervi a tornare di nuovo nei prossimi anni!
Saluto tutti e  ringrazio i blogger di "In-Coscienza" per avermi dato questa possibilità e per aver deciso di pubblicizzare questo evento! 
A presto, vi aspetto a Genova Mundi!



Per tutti i genovesi e non, per quelli che passeranno di qui anche solo per caso, ecco un evento serale che non potrete perdere; un incontro di porti a due passi dal mare.
Non mugugnate poi che in giro non c'è nulla.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale dell'evento http://www.genovamundi.it/

domenica 22 luglio 2012

#Capotto on the rocks.



Quando arriva l’ora dell’aperitivo ecco puntuale il toto-cocktail.
Ormai saturi dei soliti Martini Bianco e Spritz, divenuto il Mojito inevitabilmente mainstream, l’estate 2012 necessita di un tocco di fantasia shakerata ad eclettismo. Quello che vi proponiamo è quindi qualcosa di unico.
Oh raga, stasera si va di capotto
Di che?!
Amaro del Capo e chinotto, paura!
Come per ogni primo tentativo che si rispetti le dosi partono da un “sostanzialmente a caso” (“arriva qui, qui, qui, troppo, vabbé, lascia”) per giocarsi l’ultima carta con l’ormai classico - per due ingredienti - “1/3 di…” e  “2/3 di…”. Superati indenni i vari step intermedi, ecco quindi che il connubio prevede:
  • ghiaccio q.b.;
  • un terzo di Amaro del Capo appena tolto dal freezer, con la bottiglia talmente ghiacciata da uncinare le dita;
  • due terzi di chinotto (rigorosamente Lurisia), fresco ed appena stappato;
  • nessuna aggiunta di frutta.

Ecco pronto da servire ed offrire l’incredibile “capotto”.
Il trend della serata è stato quindi l’elogio del mix fortemente voluto da @LoZioAleProfumo.
Si sono incessantemente susseguite frasi celebri del tipo “chi non beve il capotto in compagnia è un ladro e una spia”, “un capotto è per sempre”, dopo il terzo, il mitico capotto diventa capochino”, e via dicendo.
La leggerezza e freschezza (vi ricordo che va servito ghiacciato) di un amaro che non tutti conoscono ma che dovrebbe essere rivalutato ed insistentemente chiesto come ammazza caffè, unite al sapore unico del chinotto Lurisia: l’istante dell’aperitivo si tramuta così in qualcosa di gustosamente ancor più piacevole e rilassante.
In un momento in cui Moody’s declassa tutto, ed anche il Negroni è diventato Americano, non potete far altro che bere capotto.
Ferme le battute di cui sopra, bevete responsabilmente, sempre.


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@myname_isnick

Rendete #capotto il trend topic dell'estate.

lunedì 16 luglio 2012

Il riso abbonda nella cucina degli stolti.

In linea con la rubrica molto “cooli” e tantissimo “naria” di Amarillys, reduce da un successone (almeno così mi è stato forse soloperamicizia detto) ottenuto nella notte di sabato, oggi non vi insegnerò come fare in casa un sushi decente, vi consiglierò su di una cosa ben più fondamentale: come non odiare il riso.
Esattamente, passato il primo dei due giorni del sempretroppobreve week end a stretto contatto con il “biancochicco”, ora come ora se provate a propormi del riso, 90 volte su 100 ve lo tirerei in faccia.
Sia esso arborio, integrale, basmati o da sushi, non c’è cazzo che tenga, ne sono saturo. Quindi, se non volete fare la mia stessa fine, seguite questi pochi e pratici consigli.
  • Usate sempre e comunque un colino di dimensioni tali da non far incastrare il riso nelle sue spire, ehm, fessure. Più e più volte, infatti, mi è venuta la tentazione di gettare tutto nel cestino, colino compreso.
  • State attenti alla cottura, santi numi! Le conseguenze sono due: a) dover buttare via del cibo che non è mai cosa simpatica, tutt’altro; b) aver nuovamente e per circa 15 minuti a che fare con quel pentolone di acqua bollente e bianchiccia, con il rischio di un nuovo - e questa volta stupido - #epicfail.
  • Se volete cimentarvi nella sacra arte del sushi, abbiate sempre cura di maneggiare il riso con le mani bagnate (possibilmente con acqua e limone, il sapore del pesce crudo potrebbe non essere piacevole al/la vostro/a partner. Cazzovenne del sapore, volete passare una notte in “bianco”?), eviterete così di diventare il quindi dei Fantastici 4 (che diventerebbero 5, appunto), anche detto virilmente “Manina appiccicosa”, con una consistenza simil quelle manine che si trovavano nei pacchetti di patatine.
  • Non fate movimenti rapidi e sconsiderati con in mano il cucchiaio del riso e, nel caso in cui dobbiate sbatterlo, fatelo con estrema delicatezza. Se il riso non si dovesse staccare non abbiate paura, c’è sempre la soluzione del “buttate via tutto”!! (vedi punto 1)
  •  Ingredienti per 650 gr di riso per sushi: a) 250 gr di riso per sushi; b) …”. ???
Ovviamente, se sono qui a darvi suggerimenti vuol dire che ho fatto un gran casino, ecco forse perché in un sano momento di follia ho preso la pentola con quel poco riso che rimaneva e con un gesto degno di una finale di lancio del martello alle olimpiadi l’ho ferocemente e con disprezzo gettata nel triangolino di pseudo-giardino davanti a casa, tra rose, fiori arancioni e non trovata menta. Spero solo non ne esca una risaia, sarebbe quello che si usa dire “oltre al danno, la beffa”.

venerdì 13 luglio 2012

Pasta con il sugo di melanzane 'mbottonate

Amo l'state per i suoi colori, i suoi profumi, il sole, il mare e il caldo.
Non é vero.
Amo l'estate perché é la stagione del sugo di melanzane 'mbottonate fatto da mia madre e le melanzane sono solo quelle dell'orto di mio padre, in inverno, con le melanzane comprate, non si fa. Mai. Ci perderebbe, é inutile. 
Almeno una volta a settimana lo prepara e martedì é stata quella ed io ne ho fatto il bis.

Livello di difficoltà: - se ci riesce mia sorella é un miracolo -

INGREDIENTI:
- 4/5 melanzane di quelle lunghe;
- cipolla, sedano;
- salsa di pomodoro;
- pan grattato, formaggio parmigiano, basilico;
- pasta secca (il formato che preferite);
- sale q.b.

Prendete le melanzane, lavatele ed incidetele per lungo. 
Mischiate una manciata di formaggio, di pan grattato e alcune foglioline di basilico tritate grossolanamente (se volete potete aggiungerci un pezzettino di aglio). Riempite l'incisione con il composto così ottenuto.
In una pentola dal fondo largo mettete un filo d'olio, fate rosolare la cipolla e il sedano (se non amate particolarmente il soffritto fate sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco) e poi aggiungete la salsa di pomodoro, se é troppo densa aggiungete un bicchiere d'acqua, salate.
Quando il pomodoro inizia a bollire aggiungete le melanzane.
Quando vedete che il sugo inizia a restringersi dovrebbe essere pronto. se toccando le melanzane con una forchetta le sentite ancora dure, aggiungete poca d'acqua e fate cuocere ancora un po'.
Attenzione, quando girate il sugo, a non rompere le melanzane!E' lì il segreto.
Cuocete la pasta, quando é pronta conditela con il sugo.
Consiglio: ad ogni forchettata un pezzo di melanzana..accoppiata perfetta!
Buon appetito.






mercoledì 11 luglio 2012

Crisi a puttane.


Ri-esordisco su in-coscienza  con un'affermazione forte: così tante puttane per strada non le avevo mai viste, devo essere sincero.
Ormai sono accalcate ad ogni distributore di benzina: per ogni pompa c’è una puttana. Si trovano in ogni dove, confabulano, tramano, ti guardano mentre passi.
Ultimamente ce ne sono anche di carine.
Prima la maggior parte erano “cessi con le ruote” (terminologia presa a prestito da boh!, tanto non scrive), destinate ad un pubblico altrettanto inguardabile.
Un "consumatore della domenica" ragionerebbe così: pago per far sesso, che almeno sia carina. Vero, ma nan (termine genovese che indica un “bambino”, “ragazzo”, comunque mezzo vezzeggiativo), se cerchi per strada cosa pensi di trovare? La escort, termine abusato e sdoganato ("seira seira han fattu vedde in tv *** l'é mica na escort?" [cit. mia nonna]), bazzica in luoghi di gente coi soldi, non va certo a cercare chi la carica su una Escort dell’88.
Ecco quindi il mio brillante e sempliciotto collegamento, sentite:
  • per esperienza solo visiva, il 90% delle puttane sono cessi;
  • considerata gente come la Minetti, Ruby, e le varie Olgettine (giusto per fare un esempio esclusivamente visivo e per rendere l’idea, nessuna allusione) una escort è mediamente figa (ho pure fatto un complimento);
  • la escort (sempre per sentito dire) fa “fattura” o a 2 zeri alti alti, oppure addirittura a 3 zeri, se non di più (avete presente le stelle per l'hotel?);
  • il classico “bocca e figa” di una puttana è sempre stato attorno alle 20.000 lire, contestualizzando penso che con 50/80 € (abbondo) ci si stia dentro;
  • se per strada ci sono puttane carine presumibilmente sono escort che non hanno clientela;
  • c’è crisi, i piccoli imprenditori che cercavano la scappatina devono abbassare le pretese (i grandi, ovviamente, si permettono escort da minimo 5 zeri extralusso, con Jacuzzi) oppure ripensare a quell'anello al dito chiamato fede;
  • ergo, l’aumento di puttane carine è sintomo di crisi.

Mi sembra che il discorso in sé e per sé possa filare. Certo, necessiterei di un riscontro pratico (anche solo per ottenere informazioni) che, però, ed anche se concretizzato in un approccio prettamente superficiale, mi renderebbe tristemente single.
State bene all’occhio quindi, la lucciola è l’indicatore della crisi.

(se qualcuno ha pensato anche solo per un momento "ah, beh, è vero" lo stimo tantissimo)

lunedì 9 luglio 2012

This life is more than just a read thru



Per mesi sono stati chiusi nel cassetto della mia scrivania, perché non appena la Ale mi ha detto che ci sarebbe andata con Andre, io li ho comprati subito, per timore di non trovarne più, in previsione del suo compleanno.
A luglio.
Per mesi i problemi sono stati due: non farsi scappare la notizia rovinando la sorpresa (con la speranza che anche gli amici cui avevo già detto tutto non si tradissero, e se avete un amico come my name is nick potete capire la mia ansia) e decidere cosa farne dei biglietti nel caso mi avesse mollato prima di luglio (ah, l'ottimismo che sempre mi caratterizza).
E invece tutto é filato liscio..fino a Busalla, anzi, neanche fino a Busalla, perché la macchina ha pensato bene di lasciarci quasi a piedi praticamente appena entrati in autostrada.
Scrivo quasi perché, per fortuna, non é morta completamente, ma ci ha dato il tempo di tornare a Genova e cambiare auto evitandoci così un viaggio dell'ultimo minuto in treno..
Tutto molto rock'n'roll!
Arriviamo che Noel Gallagher stava già cantando ed io e Da ce lo godiamo in sottofondo alla prima media, girovagando per il piazzale.
Poi iniziamo a fare le prove per capire come posizionarci per ascoltare/vedere i Red Hot e Noel, dopo aver suonato alcune delle canzoni del suo album da solista, da me poco conosciute, inizia a suonare alcune pezzi storici degli Oasis, little by little, whatever e poi dico a Da potrebbe farMI don't look back in anger, l'ha scritta e cantata lui! ed eccola che inizia!
Che ve lo dico a fare, cantata tutta, parola per parola a squarciagola.
Finito Noel, un'ora dopo arrivano i Red Hot..aprono con monarchy of roses e finiscono con give it away, mi fanno saltare come una pazza con can't stop e mi fanno venire la pelle d'oca con scar tissue e under the bridge.
Serata incredibile.


Se volete, dal 10 luglio, potrete scaricare il video del concerto dei Red Hot sul loro sito ufficiale
E per vedere delle foto degne di quella serata andate qui

martedì 3 luglio 2012

No title. No pic.

Chiedo venia ai lettori per l'attesa anche se, come giusto, pochi o forse nessuno avranno sentito la mia (nostra) mancanza.
Ho dovuto aspettare un po' di tempo per metabolizzare, per evitare che tutto si risolvesse in melense e tristi parole che neppure quei pochi avrebbe letto con piacere e che io avrei scritto contro voglia.
Superando qualche pensiero negativo, la mia in-coscienza riparte dalla convinzione che ci si debba sempre credere o, quanto meno, provare. Un'altra sconfitta ("non chiamarlo fallimento") sarebbe dura, ma perché pensarci ora, anzi, perché pensarci.
Quanto sto dicendo, detto proprio da chi fino a qualche giorno fa vedeva tutto nero, seppur con la luce accesa, può sembrare e suonare strano a chi mi ascoltava, consolava e capiva, a chi trovava in me più che un briciolo di rassegnazione.
In tutto questo susseguirsi di emozioni, pensieri, paranoie ho però rafforzato la convinzione, che non vedo appartenere a tutti, di doversi paragonare solo a sé stessi.
Se io ho sbagliato e tu hai sbagliato non vuol dire che io abbia sbagliato meno.
In troppi attorno a me ragionano così.
Io parlo e penso per me stesso, senza guardare chi mi sta attorno; anzi, forse sbaglio nel vedermi inferiore a certi "colleghi".
Non è corretto trovare facili giustificazioni proprio in quello che - di identico - è successo agli altri. E' una via d'uscita che porta ad un'effimera sensazione di pace, di tranquillità. Ma proprio perché effimera è puttana e dura giusto il tempo di quella sveltina che è stato il semplice pensare, lasciando per brevi istanti un senso di quiete destinato, come ovvio, a svanire.
E' per questo che oggi mi sono convinto. Anzi, per non essere positivi al 100% e lasciare sempre un piccolo barlume di lucidità al mio pessimismo ormai atavico, forse è meglio che dica sono più convinto.
Anche perché, se dovessi ri-cadere... ed ecco che tutto quel che ho scritto si sgretola come un castello di sabbia.

p.s.: tranquilli, traquilli il prossimo post, come vi avevo mezzo promesso, sarà su "crisi & puttane". Forse riderete, forse sarete indifferenti, certo è che robe del genere almeno per un anno (spero) non ne leggerete più.

p.p.s.: dimenticavo, brava Amarillys.