mercoledì 25 novembre 2015

Da segnare in agenda.

Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne vi segnalo questo spettacolo - ad ingresso gratuito - che si terrà a Genova, nella SALA INFORMAGIOVANI di PALAZZO DUCALE alle 18






il ricavato andrà al "centro per non subire violenza onlus" di Genova, Via Cairoli, per cui  - ve lo  assicuro - ogni giorno è una giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

domenica 11 ottobre 2015

Ipse dixit.

"La felicità e' qualcosa che si moltiplica quando viene condivisa."

P. Coelho

martedì 15 settembre 2015

On air.

Me So' Mbriacato
- Alessandro Mannarino -

Quando io sono solo con te

sogno immerso in una tazza di the
ma che caldo qua dentro
ma che bello il momento.
Quando sono con te
non so più chi sono perché
crolla il pavimento
e mi sciolgo qui dentro
Quando penso a te
mi sento denso perché
io ti tengo qua dentro di me
io ti porto qua dentro con me.



Me so' 'mbriacato de 'na donna
quanto è bbono l'odore della gonna
quanto è bbono l'odore der mare
ce vado de notte a cerca' le parole.
Quanto è bbono l'odore del vento
dentro lo sento, dentro lo sento.
Quanto è bbono l'odore dell'ombra
quando c'è 'r sole che sotto rimbomba.
Come rimbomba l'odore dell'ombra
come rimbomba, come rimbomba.
E come parte e come ritorna
Come ritorna l'odore dell'onda.



Quando io sono solo con te
io cammino meglio perché
la mia schiena è più dritta
la mia schiena è più dritta
Quando sono con te
io mangio meglio perché
non mi devo sfamare
non mi devo saziare con te



Me so' 'mbriacato de 'na donna
quanto è bbono l'odore della gonna
quanto è bbono l'odore der mare
ce vado de notte a cerca' le parole.
Quanto è bbono l'odore del vento
dentro lo sento, dentro lo sento.
Quanto è bbono l'odore dell'ombra
quando c'è 'r sole che sotto rimbomba.
Come rimbomba l'odore dell'ombra
come rimbomba, come rimbomba.
E come parte e come ritorna
Come ritorna l'odore dell'onda.

lunedì 14 settembre 2015

Oggi paccheri!

Finalmente sono tornata ad una delle mie vecchie passioni: cucinare.
Ieri, approfittando del maltempo e del consueto pranzo domenicale in famiglia, ho deciso di mettermi ai fornelli e ho preparato i paccheri alle due ricotte con cubetti di speck, conditi con salsa di pomodoro.
Ecco la ricetta.
Livello di difficoltà: se ci riesce mia sorella..

Ingredienti (per quattro persone):
- 25/30 paccheri;
- 300 gr. di ricotta vaccina;
- 150 gr. di ricotta di pecora;
- due fette di speck tagliate spesse per fare i cubetti;
- maggiorana;
- formaggio parmigiano grattugiato;
- salsa di pomodoro;
- una noce di burro;
- pan grattato;
- sale.

Cuocete i paccheri lasciandoli al dente.
Nel frattempo preparate la farcia: amalgamate le due ricotte con lo speck tagliato a cubetti, aggiungete la maggiorana, una manciata di parmigiano e un pizzico di sale. Per rendere il tutto più cremoso aggiungete due cucchiai dell'acqua di cottura della pasta.
Scolate i paccheri e metteteli sotto l'acqua fredda per fermare la cottura.
Prendete un tegame rettangolare da quattro porzioni, imburratelo e cospargetelo di pan grattato.
Riempite i paccheri con la farcia, posizionateli in verticale nel tegame e alla fine versateci sopra la salsa di pomodoro (variante: potete, per rendere il condimento più gustoso, fare un leggero soffritto di cipolla, aggiungere la salsa di pomodoro, una foglia di basilico e fate cuocere per dieci minuti - anche meno se vedete che la salsa si asciuga troppo - ).
Infornate in forno preriscaldato per 20 minuti a 180 gradi.
Buon appetito!

lunedì 7 settembre 2015

Street food fest a Genova, siete proprio sicuri?

Prima di passare al secondo post dedicato a Berlino,vorrei spendere due parole sullo "street food fest"  che c'è stato a Genova lo scorso week end.

Nel piazzale delle feste al Porto Antico, diversi locali noti a noi genovesi, organizzati in piccoli stand, preparavano e vendevano diversi tipi di cibo da strada: hamburger, hot dog, panini vari e fish&chips.

Peccato abbiano dimenticato una delle caratteristiche tipiche dello street food: l'essere economico.
Se un hamburger me lo fai pagare 7,50 euro non è più street food, ma una presa in giro e la stessa cosa vale per la porzione di fritto e gli hot dog.

L'unico che ha voluto fare davvero street food e' stato lo stand di Porcapancetta, un locale che si trova a Genova, in Piazza Pollaiuoli che fa degli ottimi panini con la pancetta e varie salse, io ho preso quella classica con la senape in grani (ottimo!) al prezzo di 3 euro, prezzo da street food.

martedì 1 settembre 2015

Berlino: consigli pratici.

Prima di dilettarvi con il racconto della nostra vacanza a Berlino, accompagnato dalle mille mila foto che abbiamo scattato, ho deciso di darvi alcune informazioni su dove alloggiare e su come girare la città.
Noi, non conoscendo Berlino, siamo partiti dalle basi.. 
Questi sono i distretti in cui è divisa.




Dando un'occhiata ai vari siti di viaggi e alla sempre fidata lonely planet abbiamo deciso di affittare un appartamento a Friedrichshain nella zona a sud est della città, descritto come quartiere "vivo", abitato soprattutto da giovani coppie e studenti. 
In effetti non lontano da casa ci sono la Simon Dach Strasse, un lungo viale pieno di ristoranti e locali, e la Ravel Strasse dove si trova il Raw Tempel, ex officina ferroviaria che oggi ospita diversi locali e discoteche e, se non ricordo male, di domenica anche un mercatino delle pulci.
L'appartamento che abbiamo affittato noi è in Finowstrasse 10 e lo abbiamo trovato su booking: è un monolocale completo di tutto, in un condominio tranquillo, non distante dalla fermata della metropolitana.
Se volete godervi Berlino anche di notte, io vi consiglio questo quartiere perchè non è particolarmente turistico, ma vissuto più dai berlinesi e, aspetto non da poco, i prezzi degli alloggi sono più bassi rispetto ad altri quartieri come, ad esempio, il Mitte che è il centro della città. 
La nota dolente è la distanza dal centro e, quindi, se avete a vostra disposizione pochi giorni per visitare Berlino è meglio optare per una zona diversa.
Il quartiere Friedrichshain è collegato al centro dalla linea della metro U5 e, da dove eravamo noi, sono 5 fermate per arrivare ad Alexanderplatz.

Due parole sui mezzi di trasporto.
Potrete usare la metropolitana (con la U viene indicata quella sotterranea e con la S quella in superficie) o i bus, il biglietto per una corsa costa € 2,70, ci sono anche degli abbonamenti validi per più giorni e che comprendono l'ingresso a diversi musei.
Per girare Berlino non potrete non usare i mezzi perchè le distanze sono davvero ampie e le cose da vedere sono sparse in varie zone della città, ma con i mezzi non avrete problemi a raggiungerle. 
Anche dall'aeroporto è possibile raggiungere il centro della città con i mezzi pubblici: se atterrate a Tegel, come noi, prendendo il bus TXL, in 40 minuti, arriverete ad Alexanderplatz e da lì, in metro o bus, raggiungere il posto che vi interessa.

Una valida alternativa ai mezzi pubblici è la bicicletta, come abbiamo fatto noi.
Affittata il secondo giorno e mai più abbandonata!
Capisci qual è il livello di civiltà di Berlino dalle piste ciclabili: ben segnalate, anche dove il traffico è più intenso, si trovano ovunque e collegano praticamente tutte le zone della città.
Noi, per 5 giorni di bici, abbiamo speso 40 euro a testa, con catena, lucchetto e casco.
Potete anche portarla in metropolitana pagando un supplemento di € 1,80 a bici e utilizzando i vagoni su cui è indicato il simbolo della bici. 
Non riesco a trovare dei motivi per cui sconsigliarvi la bici - sempre che non decidiate di visitare la città nei mesi freddi - vi permetterà di vedere molte più cose non limitandovi ai singoli monumenti o zone di interesse, vi sembrerà di vivere la città in modo diverso, non da semplici turisti, sarà che a me Berlino è piaciuta molto, ma il visitarla in bici mi ha dato l'impressione di conoscerla da anni, come se mi trovassi nella mia città.

giovedì 23 luglio 2015

"zia ho un fidanzato e non è stronzo come gli altri!"

"aspetta a dirlo, amore di zia, aspetta."

mercoledì 10 giugno 2015

Priorità.

Devo andare in posta questa mattina e spero ci sia coda perchè sono alle ultime 200 pagine de "Il Conte di Montecristo" e siamo vicivi alla vendetta e non riesco a smettere di leggerlo.
Ma sono sicura che "poste italiane" non mi deluderà.

venerdì 10 aprile 2015

Iniziativa Benefica - "Ancora Donna" insieme a Christian Roccati




Dona Ora:


Dott_A: Salve Christian e come sempre ben trovato qui sui In-Coscienza. L'abbiamo conosciuta in veste di alpinista, scrittore, sportivo e asceta ma non ancora in qualità di filantropo e non possiamo quindi fare altro che complimentarci. Ci aiuti a capire meglio "ancora donna", è la prima volta che sostiene un progetto di questo genere e perché ha scelto di farlo?

CR: Ancora donna è un progetto che mira ad aiutare chi è in terapia anti tumorale e necessita di aiuto medico o di una parrucca in seguito alla chemio terapia. Generalmente organizzo o sostengo molte iniziative da molti anni, molto più grandi o molto più semplici, ma generalmente non compaio, perché altrimenti sarebbe semplice strumentalizzazione e oggettivamente perché i detrattori ti accuserebbero di fare strumentalizzazione... Essendo testimonial qui non potevo fare altro, ma il rischio che corro io è infinitesimale rispetto a ciò che rischiano queste donne.

Dott_A: Devo ammettere che quest'iniziativa mi ha colpito. Aiutare persone ammalate a sentirsi più belle potrebbe sembrare superfluo, ma non lo è, anzi, denota grande sensibilità. Personalmente ho sempre avuto l'impressione che la medicina moderna sia molto concentrata sugli aspetti pratici (senz'altro fondamentali) ma tenda a tralasciare i mali dell'anima. E' d'accordo? 

CR: Perfettamente. Ho avuto molti casi in famiglia, uomini e donne. Trasformare le persone in menomati sopravvissuti equivale a ucciderle. Una mia zia, indistruttibile fino a quel momento, per esempio, crollò quando si trovò con un seno solo. la femminilità di una donna... la fa donna... quindi guarita e non malata; le dice cosa accadrà dopo proiettandola nel tempo in cui starà bene e probabilmente persino il corpo reagirà di conseguenza. Senza contare che parte dei fondi raccolti vanno per le cure e non solo per le parrucche. 

Dott_A: Abbiamo visto che la raccolta fondi si svolge attraverso una piattaforma di crowdfunding e viene pubblicizzata anche sui social network. E' soddisfatto di come sta procedendo la raccolta o sta riscontrando difficoltà nel raggiungere l'obbiettivo prefissato? 

CR: Sono soddisfatto che alcune persone abbiano capito che si tratta di un vero aiuto concreto e abbiano compreso che con il loro piccolo contributo cambiano davvero qualcosa. Cambiano davvero qualche cosa. 30 donne: stiamo parlando di 30 persone che si svegliano la mattina, hanno mariti e figli, hanno un nome, hanno gusti, sogni, desideri. Onestamente mi aspettavo molto più seguito. La campagna  in totale è stata vista da circa 30000 persone. Se avessero donato tutti un euro avremmo 300 donne aiutate. Considerando una famiglia di 20 persone minime avremmo concluso 10 campagne e non saremmo al 10% della prima!

Dott_A: Prima di salutarci ci tolga una curiosità. Perché ha scelto un'immagine di lei che scala per sostenere l'iniziativa? Si tratta di una casualità o c'è dietro la metafora di chi devo lottare contro difficoltà apparentemente insormontabili, senza lasciarsi andare?

CR:...Sinceramente? Mi è stata chiesta una foto action... Ne ho date diverse e la più consona sembrava appunto quella della lotta da voi citata. Non è nemmeno recente, ma è stata scattata da un grande amico, Felice Brambilla, sempre pronto ad aiutare chiunque: quindi si in realtà era consona. Grazie di tutto e alla prossima!

Grazie Christian! E voi cosa aspettate? Abbiamo bisogno del vostro aiuto!

By Dott_A 



giovedì 9 aprile 2015

Dall'alto dell'umiltà che mi contraddistingue dico che

IL REATO DI TORTURA SARA' UNA CAGATA PAZZESCA!

piuttosto, introducete l'obbligo per gli appartenenti alle forze dell'ordine di portare sulla divisa, ben visibile, un badge identificativo.

martedì 7 aprile 2015

"ma abbi pazienza, impara a fare il tuo lavoro!"


Sabato allo stadio, genoa - udinese, mia nipote che impreca contro l'arbitro.

venerdì 27 marzo 2015

Niente, oggi è un pomeriggio da liquirizia inglese.

Vado, compro e torno.

mercoledì 25 febbraio 2015

Sentieri di Neve - in ciaspole con Christian Roccati


La nuova guida di Christian

Cari amici,

l'inverno non è ancora finito, la neve sta cadendo ancora abbondate in molte località della penisola, e allora abbiamo invitato il nostro amico Christian Roccati per presentarci la sua ultima fatica "letteraria", Sentieri di Neve, una guida per vivere la magia della montagna anche d’inverno per escursioni con le racchette da neve dalle Alpi Marittime all’Ossola. All'interno della guida si trova una selezione delle più belle escursioni con le ciaspole nelle valli piemontesi; itinerari privi di difficoltà tecniche, ma variabili per durata, lunghezza e dislivello, per rispondere alle più varie esigenze di impegno fisico e di allenamento. Ma sentiamo di che cosa si tratta direttamente dall'autore:
 
Dott_A: Buonasera Roccati, lei ormai non ha bisogno di presentazioni qui su In-Coscienza, quello che però i nostri lettori non conoscono è il contenuto della sua ultima opera. Sul suo blog la presenta come un’originale selezione delle più belle escursioni con le ciaspole nelle valli piemontesi; itinerari per rispondere alle più varie esigenze di impegno fisico e di allenamento. Questa non è la sua prima guida dove tratta di ciaspole, in cosa si differenzia dalle altre? Vi sono solo nuovi itinerari o c’è di più?
CR: Caro Dott_A ...prima scrissi la mia guida migliore, "Ombre Blu", il volume completo che presenta i più bei giri in ogni vallata valdostana. Poi composi "Le più belle escursioni con le ciaspole", una selezione per tutti tra Liguria e Piemonte. Restava un'area vasta in centro regione: così è nato "Sentieri di neve"... Si può dire che abbia conquistato il nord ovest, il regno delle ciaspole su ogni livello!

Dott_A: All’interno di questa guida si trova una breve guida per il ciaspolatore “alle prime armi”. Alcuni potrebbero pensare che le ciaspole siano una mera versione invernale delle passeggiate estive, è così?
CR: Assolutamente no! Ciaspole, Ciastre o Racchete da neve... si tratta di un mezzo scambiato per una disciplina. La montagna d'inverno è ostica, ancora più che d'estate, perché un maggior rischio oggettivo avvicina il fruitore al pericolo. A ciò si aggiunga che l'ambiente innevato è sconosciuto ai più che lo collegano a quello addomesticato e urbano delle piste da sci o del fuoripista. Andare in montagna d'inverno, per mezzo delle ciaspole, significa confrontarsi con una natura ancora selvaggia: è necessario conoscere, prima e con umiltà, per entrare poi in punta di ramponi, senza dar troppo del "tu" alla fortuna.

Dott_A: Vorrei invogliare i miei lettori ad alzarsi dal divano per provare una bella uscita nel bosco ma la maggior parte è ligure come il sottoscritto, per cui ci dica subito se ciaspolare è costoso. Inoltre, qual è l’attrezzatura minima indispensabile da portare con sé?
CR: Al contrario di altre discipline invernali, ciaspolare richiede entusiasmo e impegno non un grande costo. Al contrario dello sci alpinismo che necessita di un'attrezzatura che ha di norma un prezzo che si aggira intorno ai 1200 euro più abbigliamento e calzature, qui si parla di cifre minori. Le ciaspole si comprano una volta e durano almeno una diecina d'anni. Il costo si aggira intorno ai 130-200 euro da listino in piena stagione. Sono necessari poi i bastoncini, telescopici o meno, il telo termico d'emergenza, e l'ARTVA con sonda e pala, per il ritrovamento in valanga. Con al massimo 300 euro è possibile girare per dieci lunghi anni ogni volta che si vuole godendo di meraviglie semplicemente uniche...

Dott_A: Prima di salutarci le chiedo come sempre un’anticipazione sulle sue prossime novità, perché sono pronto a scommettere che ha già in serbo qualcosa per la primavera e per la prossima estate.
CR: ...in effetti sto componendo una biografia di un grandissimo scalatore, un atleta tra i più forti al mondo, con un cuore immenso. Sto inoltre evolvendo un libro di racconti e progettando altri libri. Fra quattro mesi uscirà poi una guida che porti il lettore a borghi e paesi abbandonati sulle orme dei nostri nonni... insomma, come sempre, di carne al fuoco ce n'è. Prima di tutto però proseguirò a proporre il mio libro Sette Nero... ancora una novità di cui vado fiero, cosa rara in relazione ai libri, ce ne sono giusto un paio che davvero mi sono piaciuti.
buon'avventura a tutti!
Grazie Christian e a presto!
By Dott_A

venerdì 6 febbraio 2015

Semplicemente fuori (dall'euro o di testa?)



In questi giorni il Movimento 5 Stelle ha pubblicato un divertente promo autoreferenziale sul referendum consultivo "anti-euro" a breve oggetto di votazione. Dal momento che in molti ne hanno già parlato e considerando che non ci piace essere pionieri di nulla, non vedo perché in-coscienza dovrebbe essere da meno e nel mare di belinate che si leggono ha deciso di aggiungerne una (anzi due).
Di seguito trovate dunque due brevi commenti del Dott_A e di My name is nick.
Enjoy.

Il commento del Dott_A: eppure basterebbe copiare…

Prescindendo da qualsivoglia valutazione macroeconomica, monetaria, finanziaria e politica mi limito semplicemente a dire che sono incredulo.

Nella mia quasi trentennale carriera di telespettatore spot brutti ne ho visti tanti, ma questo travalica ogni limite. Passi per la musica di Einaudi che, sarà pure di qualità, ma è davvero triste, passi per l’ambientazione un po' casereccia (del resto loro sono duri e puri e non hanno soldi da spendere), passi per il protagonista che sembra un precario, potenziale segaiolo e stalker ma, porca di quella miseria, esattamente come a scuola, nella vita basterebbe copiare.

Il M5S sarà anche una forza politica nuova e giovane ma tutti i suoi esponenti hanno la memoria storica (e qui cito Montanelli) del più grande piazzista di tutti i tempi, Silvio Berlusconi; oppure, senza guardare al passato, oggi basterebbe copiare Renzi e la sua efficacissima propaganda priva di contenuti. Insomma, chi ha detto che per fare il bene serva una triste serietà ad ogni costo? Ma davvero questi pensano che il pubblico sia in grado di cogliere il non meglio precisato significato recondito di questo spot? L’italiano medio ha bisogno di una politica a fumetti e va avanti a slogan. Nessun bambino berrebbe mai sciroppo amaro e minestrina solo perché la mamma è tanto buona. Insomma, prima di terminare la mia arringa, consiglio vivamente a questi ragazzi, se pensano di fare il bene, di cambiare radicalmente stile e rinnovare la propria immagine. Si può essere sexy e si può essere seri allo stesso tempo. Non sono molto religioso ma, che mi risulti, il peccato sono gli atti impuri, non chi li provoca perché ha un bel culo o delle belle tette.

Concludo con un alcune di note di colore:
- Paola Taverna ha troppe borse, mettetele un fondotinta;
- Se ti vuoi trombare una tipa non regalarle un mattone filosofico con bibliografia in polacco, offrile un sushi;
- Il cambio 1 Euro / 1000 Lire non lo augurerei neanche all’assassino di Yara;
- Einaudi questo pomeriggio ha diffidato il M5S dall’utilizzare la sua musica.

Il commento di MyNameIsNick: mamma mia dammi 1.936,27 lire.

Premesso che un caffè a 800 (?) lire non lo si beveva nemmeno nel 1999.
Premesso che (a) manco dai cinesi ti tagliano i capelli così male e, comunque, (b) il barbiere è un ladro perché con 10.000 lire non gli ha sistemato neppure la basetta.
Premesso che se fossi in lei, con 12.000 lire di aperitivo, beh, "ma col cazzo che te la do, barbone!". Ma va anche detto che voi la vorreste da una che legge le poesie di Whitman (ho interpretato così l’accondiscendente stupore) e che non si è nemmeno accorta che sulla forchetta che sta delicatamente portandosi alla bocca, probabilmente, non c’è nulla?
Premesso che questo, da come sta andando, mi pare che la tipa proprio non se la voglia fare. Anche il Dott_A (che - diciamolo - non è proprio uno che bada ai particolari) dopo l'aperitivo l’avrebbe portata fuori a cena.
Premesso che il tipo è davvero uno sfigato, con 22.000 lire (+ il libro) c'ha rimediato giusto ‘na becciata (visto l’andazzo vive ancora coi suoi ed è talmente braccino che di portarla in albergo manco c’ha pensato).

Ragà, cazzo però, potevate riempirgli di più il portafogli a 'sto sgangherato. Già nel 1992 gli 883 lo sapevano che un deca non ti basta neanche in pizzeria. Figuriamoci per un happy ending.

Beh, alla fine, considerato nel suo complesso, ritengo che sia un video che non fa altro che illuderti e prenderti per il culo: chiunque dopo la scena della stivalata avrà pensato “oh, mo’ parte il porno”. Macché. Mi spiace disattendere le vostre aspettative e non vorrei spoilerare ma sappiate che quel che vi tocca dopo la stivalata è solo un predicozzo della Taverna, vestita, per fortuna (Taverna che tra l’atro, nel cambio euro / lira, incula pure al povero ragazzo 936,27 lire… barbona!).

Se poi invece non ho capito nulla e mi volete dire che tornando alla lira:
a) potrò facilmente comprarmi la Illy;
b) mi potrò permettere, oltre al parrucchiere, anche il visagista delle dive (cit.);
c) (se giocata meglio) beccherò figa con circa 10 euro…
(Basta che Berlusconi non mi mandi di nuovo a casa la calcolatrice combiavaluta) Beh, dove firmo?

______________

Mi spiace solo non aver trovato il video sul tubo, qui il link da Il Fatto Quotidiano - On line
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/04/m5s-online-lo-spot-per-la-campagna-no-euro-con-la-senatrice-taverna/337067/

martedì 3 febbraio 2015

Voglia di neve? Voglia di montagna? Ne parliamo con la Guida Alpina, Umberto Bado.


Cari amici, ma soprattutto amiche...

vi è ormai nota la deriva alpinistica dei miei ultimi post, ebbene, se siete stanchi della politica e volete dare uno schiaffo all'ennesima, insopportabile, edizione dell'Isola dei Famosi, questa settimana il Dott_A vi da la possibilità di scappare in montagna insieme alla Guida Alpina Umberto Bado, nella sua prima intervista su In-Coscienza!

Umberto Bado, 29 anni, torinese è Guida Alpina dal 2011 
Dott_A: Buonasera Umberto e benvenuto su In-Coscienza! Come sa il nostro è uno spazio libero e diamo voce solo a chi se lo merita. Lei è in gamba, ma questa è solo la mia opinione. Dovrà dimostrare ai nostri follower che il Dott_A non si sbaglia (quasi) mai. Partiamo dal principio, lei è di Torino, non è Las Vegas ma, come direbbe Ligabue, "c'è già la spinta per vivere". In fin dei conti li il lavoro non manca e da giovanissimi si può fare una comoda vita universitaria. Cosa spinge invece un ragazzo ad intraprendere il percorso per diventare guida alpina? E come si fa a diventarlo?

la gioia della vetta
UB: Grazie per lo spazio dedicatomi e per le sue parole, innanzitutto mi preme sottolineare come la comoda vita universitaria ci sia stata. Giusto per non farvi pensare che sia nato con (solo) la roccia ed il ghiaccio in testa. I bagordi universitari sono stati fondamentali nel mio percorso formativo. Se mi fossi laureato con 110 e lode ora forse non sarei Guida. O forse è perchè sono Guida che non mi sono laureato? Il problema dell'uovo e della gallina...Nonostante la mia estrazione cittadina la montagna l'ho vissuta fin da bambino, prima a livello escursionistico e man mano che crescevo sempre più a livello alpinistico. Frequentando quell'ambiente così assiduamente è ovvio che un ragazzino ne rimanga affascinato e intrappolato ed incominci a farsi i propri miti. Uno di questi caro Dottore  lo abbiamo in comune: Walter Bonatti! I racconti delle sue salite hanno fatto sognare tanti ma che succede se un ragazzo ha la possibilità di confrontarsi proprio con quelle montagne, con quelle salite storiche? Chiaro, si infogna ancora di più... Fino a qui parliamo di una passione prettamente da “alpinista della domenica”, magari bravino, ma comunque parliamo di quando qualche domenica la passavo ancora a fare le vasche in centro a Torino. L'università permetteva di gestirsi autonomamente. L'importante era dare gli esami e occupare al meglio il tempo rimanente. Due cose potevo fare, montagna di giorno, festa la sera e... studio sotto esame o con tempo brutto... Frequentavo ma era quasi sempre secondario alla disponibilità del "socio" a fare qualche salita in montagna.
Per farla breve, mi son ritrovato a essere piuttosto bravo in montagna per la mia età e a non provare più interesse per gli studi.
Decisi quindi di provare le selezioni del Corso Nazionale per Aspirante Guida Alpina. Ora, caro Dott_A, spiegare in questa sede come funziona il corso sarebbe un problema per lei e i suoi followers... di sonno intendo. Mi limito quindi solo ad un veloce inquadramento: il percorso per diventare prima Aspirante e poi Guida Alpina ha una durata di 5 anni durante i quali si hanno dei moduli di formazione ed esame sulle diverse attività che una Guida Alpina svolge (per esempio arrampicata su roccia o sci fuori pista). Come dicevo, prima di intraprendere questo percorso, abbastanza severo se mi permette, vi è una selezione nella quale i candidati sono sottoposti a prove pratiche delle diverse attività e ad un esame del proprio "curriculum alpinistico". Questo primo step mi costò un bel po' di fatica ed esami saltati all'università ma alla fine superai la selezione ed entrai nel corso!

cascate di ghiaccio
Dott_A: E poi dicono che i montanari sono di poche parole... Parliamo un po' di "massimi sistemi", non per fare della retorica, ma questi sono anni difficili e i giovani avrebbero proprio bisogno di una “guida”. Pensa che in montagna potrebbero trovare le risposte che cercano? E a lei, cos’ha dato la montagna in tutti questi anni?

UB: Domanda difficile Dott_A. Mi sta chiedendo di fare il vecchio saggio dei monti stile nonno di Heidi? Non mi sentirei a mio agio! Piuttosto le posso direi che qualche giro in montagna non ha mai ucciso nessun giovine, anzi... Vinta la pigrizia iniziale quasi tutti scoprono un loro modo di intenderla e ciò si può tramutare in divertimento o semplice relax. Molte persone hanno ancora lo stereotipo della montagna come una cosa faticosa, noiosa e per pensionati (fatto salvo per le piste da sci...) Per fortuna solo in Italia esiste ancora questa mentalità retrograda, negli altri paesi dell'arco alpino quasi tutti i giovani hanno modo di provare veramente a capire se la montagna possa piacergli o meno. Detto ciò le “risposte” è meglio trovarle davanti ad una birra con un amico... Per quel che mi riguarda, nella montagna ho trovato una professione ed una passione. La montagna mi da da vivere e da sorridere. Questo penso che possa spiegare veramente tutto...

Dott_A: Visto che l'ha nominato, le ricordo che il più grande alpinista del 900 (Walter Bonatti per l'appunto) diceva che oggi si cerca l'avventura e si finisce per comprarla preconfezionata. Ci racconti un po' della sua attività, lei vende avventure su misura per i suoi clienti o c'è di più? E quali sono nello specifico le sue attività?

UB: Il nostro eroe comune era molto critico ma forse lo doveva al suo personaggio quasi leggendario. Chiamarle “avventure preconfezionate” non è rispettoso per coloro che non avrebbero alternative al divano la domenica pomeriggio. Ben vengano quelli che cercano un minimo di avventura anche se “preconfezionata”. Non tutti possiamo permetterci di fare il bagno con i coccodrilli o di andare in montagna solo con il brutto tempo (com'era solito fare Bonatti). Io cerco di essere un tramite tra la poltrona e il mondo di Bonatti o, più generalmente, con il mondo delle sfide.
Va da se che non possa solo proporre esperienze estreme ma spesso organizzo attività di avvicinamento alle varie discipline poi, se il cliente si trova bene, si potrà intraprendere un processo formativo più vasto per vivere delle grandi avventure. 
Le possibilità sono molte, dalle ciaspolate ai trekking estivi, dall'arrampicata su roccia alla scalata delle cascate di ghiaccio o ancora dall'alpinismo facile alle salite più impegnative delle Alpi. Tutte queste attività possono essere vissute sia come esperienze singole oppure all'interno di corsi per imparare o per migliorarsi.
  
Dott_A: Visto che siamo ancora in pieno inverno, facciamo un po' di buoni propositi per il 2015 ed in particolare per la bella stagione. Lei cos'ha in programma? Potrà aiutare i nostri follower a buttare giù la pancia con qualche sana camminata o a dimenticare lo stress della città con la magia del paesaggio alpino? 

UB: Per il 2015 potrei consigliarvi di rivedere il vostro concetto di “estremo”. Molte cose vengono considerate estreme senza conoscere i reali margini di sicurezza con cui ci si muove. Nel nuovo anno potreste informarvi riguardo ad un'attività che vi eccita e vi spaventa allo stesso tempo e magari scoprirete che con la dovuta formazione non è poi così impossibile o pericolosa.
 
arrampicata libera su roccia
Dott_A: Prima di salutarci ci dica dove possiamo trovare  tutte le informazioni su di lei e ci faccia un regalo, ad esempio, un consiglio o un detto appreso da qualche Guida più anziana. 

UB: sul mio sito, all'indirizzo: www.umbertobado.com potete trovare tutto quello che propongo ed un blog aggiornato sulle attività effettuate con i clienti e a livello personale.
Frasi e detti che rimangano scolpite nella testa non ne ho ancora ma ogni tanto con il mio compagno di arrampicata storico rivanghiamo un vecchia storia. Eravamo diciannovenni, con poca esperienza ma tanta voglia...Dalle quattro di mattina stavamo salendo lungo la cresta sud dell'Aiguille noire du Peutery, uno degli itinerari più belli delle Alpi. Verso le nove di mattina arriva una nuvola e cominica a nevicare. Mentre decidevamo il da farsi, sopra le nostre teste dalla nebbia appare una corda e una persona che si cala. Era Matteo G. una nota Guida che era qualche ora davanti a noi con una cliente. Si stava calando, “Se si cala lui qui si mette male, via tutti”... Iniziamo a scendere per la parete con lui e la sua cliente, lui conosceva delle scorciatoie e noi lo seguivamo passando in alcuni posti orripilanti... Ad un certo punto Matteo ha dovuto arrampicare per 10 metri per riguadagnare la giusta linea di discesa, noi sotto e lui sopra che saliva. Essendo una via facile non stava mettendo nessuna protezione (n.d.r: contro un'eventuale caduta). Arrivato quasi in cima alla paretina un appoggio si rompe. Si stacca un bel massone e lui rimane appeso solo con le mani... Noi gelati, rigidi come baccalà e pronti a vederlo precipitare. Lui ci guarda, sorride ed esclama “finchè le mani sono buone!!”. Ride e riprende a scalare. Cazzo Matteo se ci siamo cagati addosso! Ciao a tutti!

Grazie Umberto e a presto!

By Dott_A

  



lunedì 2 febbraio 2015

Roma.

Sembrava una puntata di man VS food.
Io, da una parte, e le mezze maniche alla gricia, dall'altra.
Ho vinto io, naturalmente.

Roma è stata la tappa del nostro week end. 
Siamo arrivati alle 12 di sabato e ripartiti alle 18.30 di domenica, abbiamo macinato chilometri, visto tutto quello che il poco tempo a nostra disposizione ci ha permesso di vedere con la promessa di visitare anche i musei, la prossima volta.

Ci siamo, però, concessi la mostra di Escher al chiostro del Bramante e, oltre al consiglio di andarla a vedere (è davvero bella!), ve ne dò un altro: prenotate i biglietti on line, noi così ci siamo evitati una coda di 40 minuti.

Altro consiglio: la passeggiata al Pincio, da lì Roma è ancora più bella, se possibile.






Vi lascio con una curiosità.

Questa 

è una delle quattro figure allegoriche della Fontana dei Fiumi di Piazza Navona, è opera del Bernini e rappresenta il Nilo. La testa è nascosta da un velo perchè, ai tempi, non si conoscevano ancora le sorgenti del fiume, ma la leggenda narra che il Bernini avesse nascosto la testa per impedire alla figura di vedere la Chiesa di Sant'Agnese in Agone, nella stessa piazza, opera del suo rivale, Borromini. 
In realtà la leggenda non regge perchè la chiesa è successiva alla fontana, ma amo troppo le leggende popolari e non potevo non riportarvela!


martedì 27 gennaio 2015

Black Keys - n'altra volta?

Ok, il mio precedente post non ha attirato molto la vostra attenzione ma vabbé, imparerete col tempo.
Detto questo, annullarmi il concerto proprio non si fa.
Potete immaginare le imprecazioni, superate solo da quelle rivolte al buon Calvarese, arbitro di Napoli - Genoa di ieri sera: mannaggiatteechitihafattousciredalquelbucodiculo!
Ad ogni modo, dopo Little Black Submarines avrei voluto Nova baby.
Ecco a voi.

lunedì 26 gennaio 2015

giovedì 22 gennaio 2015

Black Keys - manca qualcosa?

Il prossimo 17 febbraio i Black Keys saranno a Milano e con loro ci sarò pure io.
Cioè, si, ci sarò pure io... a vederli.
Non nego però che essere sul palco non sarebbe male e sfrutto l'occasione per aprire una delle tante premesse della mia vita: il basso.
Una delle mie passioni è infatti sempre stata quello strumento un po' di nicchia che nessuno caga perché il figo della band, si sà, è al più il chitarrista, il bassista non se lo incula (scusate il francesismo) mai nessuno (se etero ben per lui, tra l'altro).
Passione che più che interrompersi di fatto non è mai iniziata.
Avevo un vecchio basso eredità di un qualche mio zio. L'ho guardato più volte appoggiato nell'angolo del muro di camera mia. Per pietà di quell'esile strumento - nudo - rilegato in un angolo, o forse perché faceva figo rispondere "vado a comprare le corde del mio basso" ad un "oggi cosa fai?" di una delle mie innumerevoli groopie, gli ho dunque regalato il vestito che meritava: quattro corde in freddissimo acciaio. Mai montate però.
Come vi dicevo, non è che si possa quindi proprio proprio dire che abbia mai avuto una vera passione per il basso.
Più che altro mi ci volevo avvicinare ma poi l'emozione di riuscire a fare l'intro di "Come as you are" con la chitarra (come, peraltro, non lo so dal momento che ogni volta che ho provato a strimpellare, la chitarra mi pregava di imparare a suonare il basso) ha tarpato ogni mia velleità di riuscita, nonché le ali ad un inevitabile volo verso il vicino fallimento.
Ma torniamo ai Black Keys.
La preparazione pre-concerto, come si sa, impone un necessario toto scaletta.
Girovagando sull'internet ho trovato questa del loro concerto del 2014 a Roma.


Beh, fan dei Black Keys e non, se seguissero questa non sarebbe male, nevvero?
Oppure manca qualcosa?
A voi l'ardua sentenza.

p.s.: se preferite invece non cagarmi fate come vi pare, eh. Non mi offendo. Anche se sono permaloso.
p.p.s.: Little Black Submarines è una delle mie preferite e proprio per questo vi beccate il video trovato sul tubo.


Enjoy.

lunedì 19 gennaio 2015

"L'amore è sempre stato di bocca buona riguardo ai suoi primi alimenti. Le prime conversazioni dell'amore assomigliano agli omogeneizzati dei bambini. Non importano gli ingredienti, tanto è di altro che si parla. L'amore sfida le leggi della dietetica, si nutre di tutto e un niente lo nutre. Si sono viste autentiche passioni nascere da conversazioni così povere  di proteine da reggersi a stento in piedi."


D. Pennac - Signor Malaussène -


(Tornerò a scrivere e non solo a citare, aspetto solo che ogni pezzo torni al suo posto e tornerò a scrivere.)

giovedì 15 gennaio 2015

Tutto qua.


I segnali per tornare a scrivere non sono stati certo incoraggianti e vi spiego perché.
L’idea mi è balenata nel corridoio dello studio: “boh, dai, stacco quei cinque minuti e spiego (a chi interessa poi?) perché sono tornato (per ora) a scrivere”.
Detto questo, entro in stanza e stak! (onomatopeizzando). Saltata la luce, o meglio, bruciata la lampadina. Diversamente non mi spiegherei perché sono l’unico idiota a scrivere al buio mentre nelle altre stanze sembra di essere a Times Square la notte di capodanno. Posto nel quale, peraltro, non sono mai stato, (virgola per l’intercalare) a capodanno.
Punto secondo. Considerando che prima scrivo su word e poi copio ed incollo sul blog, apro word e mi ritrovo un’impaginazione che fa proprio cagare. Non ho spazio in alto, margini ad minchiam. Brutto brutto. Ed io son pigro. Cioè, non mi si può boicottare proprio sul più bello. Son pigro! Non ho la benché minima voglia di rimettere tutto in ordine. Maledetta pigrizia.
Ah, se non avete capito il “punto secondo”, beh, preciso sono un cazzo di precisetti (“doppietta” voluta). Ho le mie fisse sull’impaginazione. Non si possono presentare al lettore pagine che fan piangere né scrivere su di un foglio che fa piangere. D’altronde se l’occhio piange poi legge male e comunque io non leggerei per principio. Quando ho sottomano atti di colleghi avversari che sono impaginati male parto prevenuto. Poi mi inculano, ma si fottano, io parto prevenuto.
Spero abbiate agevolmente superato questa premessa perché il concetto che vorrei esprimere viene ora.
Nasce tutto da in-coscienza e dell’uso che se ne sta facendo.
Seconda premessa.
Per quel che penso io, in-coscienza è un blog nato in un momento in cui le mie idee o, meglio, i miei pensieri erano focalizzati su argomenti che mi piaceva condividere. Mi piaceva pensare di poter giudicare un album musicale, un film, scrivere di quel poco che so di politica, esprimere un  mio pensiero e leggerne qualche commento.
In-coscienza, per me, è nato leggero.
Io credo che in una comunità ci sia necessità di differenti opinioni.
Non sono certo io il primo a dire che è una noia mortale condividere la stessa idea. Che poi cosa condividi se tutto è uguale proprio non lo so.
Le differenze, tuttavia, devono essere marcate. Marcate nel senso che è opportuno ed indispensabile che si sappia chi la pensa così e chi la pensa cosà.
Vedendo le ultime pubblicazioni di in-coscienza su Facebook mi son sentito in dovere di pigiare nuovamente i tasti (poi vi racconterò come ho scoperto cosa c’è sotto i tasti e che i tasti, in realtà, funzionano anche senza tasti, incredibile) per scrivere questo: io non la penso così, io non sono quello che ultimamente vedo scritto.
La “colpa” di questo post è tutta mia. Io non ho più scritto. Io non ho più commentato. Io non ho più mischiato al pensiero di altri in-coscienti non solo le mie opinioni ma anche le mie parole su fatti del tutto differenti, facendo così capire ai lettori che in-coscienza non è solo questo (ho pensato molto - bah, molto, qualche secondo - se usare l’indicativo presente per questa frase o l’imperfetto; diciamo che con l’indicativo presente mi sono dato fiducia da solo).
Tutto qua.

p.s.: rileggendo mi rendo conto di aver finito la premessa senza un finale sensato (non che il resto lo sia, certo, non ho la presunzione di considerare ciò che scrivo piacevole, figuriamoci sensato). Concludo nella maniera più stringata possibile: viste le premesse… “oh, ‘fanculo”.

p.p.s.: fanculo giustificato dal fatto che non ricordavo più la password.

* Sì, mi piace molto l’uso delle parentesi.
** La precisazione di cui al precedente punto secondo è una lezione di vita sintetizzabile nel ben conosciuto proverbio: “l’abito non fa il monaco”.
*** nel caso in cui il tempo usato per “non è tutto questo” non fosse un indicativo presente vi sarò grato di correggermi. Mi corriggerete ha detto un santo.