martedì 3 febbraio 2015

Voglia di neve? Voglia di montagna? Ne parliamo con la Guida Alpina, Umberto Bado.


Cari amici, ma soprattutto amiche...

vi è ormai nota la deriva alpinistica dei miei ultimi post, ebbene, se siete stanchi della politica e volete dare uno schiaffo all'ennesima, insopportabile, edizione dell'Isola dei Famosi, questa settimana il Dott_A vi da la possibilità di scappare in montagna insieme alla Guida Alpina Umberto Bado, nella sua prima intervista su In-Coscienza!

Umberto Bado, 29 anni, torinese è Guida Alpina dal 2011 
Dott_A: Buonasera Umberto e benvenuto su In-Coscienza! Come sa il nostro è uno spazio libero e diamo voce solo a chi se lo merita. Lei è in gamba, ma questa è solo la mia opinione. Dovrà dimostrare ai nostri follower che il Dott_A non si sbaglia (quasi) mai. Partiamo dal principio, lei è di Torino, non è Las Vegas ma, come direbbe Ligabue, "c'è già la spinta per vivere". In fin dei conti li il lavoro non manca e da giovanissimi si può fare una comoda vita universitaria. Cosa spinge invece un ragazzo ad intraprendere il percorso per diventare guida alpina? E come si fa a diventarlo?

la gioia della vetta
UB: Grazie per lo spazio dedicatomi e per le sue parole, innanzitutto mi preme sottolineare come la comoda vita universitaria ci sia stata. Giusto per non farvi pensare che sia nato con (solo) la roccia ed il ghiaccio in testa. I bagordi universitari sono stati fondamentali nel mio percorso formativo. Se mi fossi laureato con 110 e lode ora forse non sarei Guida. O forse è perchè sono Guida che non mi sono laureato? Il problema dell'uovo e della gallina...Nonostante la mia estrazione cittadina la montagna l'ho vissuta fin da bambino, prima a livello escursionistico e man mano che crescevo sempre più a livello alpinistico. Frequentando quell'ambiente così assiduamente è ovvio che un ragazzino ne rimanga affascinato e intrappolato ed incominci a farsi i propri miti. Uno di questi caro Dottore  lo abbiamo in comune: Walter Bonatti! I racconti delle sue salite hanno fatto sognare tanti ma che succede se un ragazzo ha la possibilità di confrontarsi proprio con quelle montagne, con quelle salite storiche? Chiaro, si infogna ancora di più... Fino a qui parliamo di una passione prettamente da “alpinista della domenica”, magari bravino, ma comunque parliamo di quando qualche domenica la passavo ancora a fare le vasche in centro a Torino. L'università permetteva di gestirsi autonomamente. L'importante era dare gli esami e occupare al meglio il tempo rimanente. Due cose potevo fare, montagna di giorno, festa la sera e... studio sotto esame o con tempo brutto... Frequentavo ma era quasi sempre secondario alla disponibilità del "socio" a fare qualche salita in montagna.
Per farla breve, mi son ritrovato a essere piuttosto bravo in montagna per la mia età e a non provare più interesse per gli studi.
Decisi quindi di provare le selezioni del Corso Nazionale per Aspirante Guida Alpina. Ora, caro Dott_A, spiegare in questa sede come funziona il corso sarebbe un problema per lei e i suoi followers... di sonno intendo. Mi limito quindi solo ad un veloce inquadramento: il percorso per diventare prima Aspirante e poi Guida Alpina ha una durata di 5 anni durante i quali si hanno dei moduli di formazione ed esame sulle diverse attività che una Guida Alpina svolge (per esempio arrampicata su roccia o sci fuori pista). Come dicevo, prima di intraprendere questo percorso, abbastanza severo se mi permette, vi è una selezione nella quale i candidati sono sottoposti a prove pratiche delle diverse attività e ad un esame del proprio "curriculum alpinistico". Questo primo step mi costò un bel po' di fatica ed esami saltati all'università ma alla fine superai la selezione ed entrai nel corso!

cascate di ghiaccio
Dott_A: E poi dicono che i montanari sono di poche parole... Parliamo un po' di "massimi sistemi", non per fare della retorica, ma questi sono anni difficili e i giovani avrebbero proprio bisogno di una “guida”. Pensa che in montagna potrebbero trovare le risposte che cercano? E a lei, cos’ha dato la montagna in tutti questi anni?

UB: Domanda difficile Dott_A. Mi sta chiedendo di fare il vecchio saggio dei monti stile nonno di Heidi? Non mi sentirei a mio agio! Piuttosto le posso direi che qualche giro in montagna non ha mai ucciso nessun giovine, anzi... Vinta la pigrizia iniziale quasi tutti scoprono un loro modo di intenderla e ciò si può tramutare in divertimento o semplice relax. Molte persone hanno ancora lo stereotipo della montagna come una cosa faticosa, noiosa e per pensionati (fatto salvo per le piste da sci...) Per fortuna solo in Italia esiste ancora questa mentalità retrograda, negli altri paesi dell'arco alpino quasi tutti i giovani hanno modo di provare veramente a capire se la montagna possa piacergli o meno. Detto ciò le “risposte” è meglio trovarle davanti ad una birra con un amico... Per quel che mi riguarda, nella montagna ho trovato una professione ed una passione. La montagna mi da da vivere e da sorridere. Questo penso che possa spiegare veramente tutto...

Dott_A: Visto che l'ha nominato, le ricordo che il più grande alpinista del 900 (Walter Bonatti per l'appunto) diceva che oggi si cerca l'avventura e si finisce per comprarla preconfezionata. Ci racconti un po' della sua attività, lei vende avventure su misura per i suoi clienti o c'è di più? E quali sono nello specifico le sue attività?

UB: Il nostro eroe comune era molto critico ma forse lo doveva al suo personaggio quasi leggendario. Chiamarle “avventure preconfezionate” non è rispettoso per coloro che non avrebbero alternative al divano la domenica pomeriggio. Ben vengano quelli che cercano un minimo di avventura anche se “preconfezionata”. Non tutti possiamo permetterci di fare il bagno con i coccodrilli o di andare in montagna solo con il brutto tempo (com'era solito fare Bonatti). Io cerco di essere un tramite tra la poltrona e il mondo di Bonatti o, più generalmente, con il mondo delle sfide.
Va da se che non possa solo proporre esperienze estreme ma spesso organizzo attività di avvicinamento alle varie discipline poi, se il cliente si trova bene, si potrà intraprendere un processo formativo più vasto per vivere delle grandi avventure. 
Le possibilità sono molte, dalle ciaspolate ai trekking estivi, dall'arrampicata su roccia alla scalata delle cascate di ghiaccio o ancora dall'alpinismo facile alle salite più impegnative delle Alpi. Tutte queste attività possono essere vissute sia come esperienze singole oppure all'interno di corsi per imparare o per migliorarsi.
  
Dott_A: Visto che siamo ancora in pieno inverno, facciamo un po' di buoni propositi per il 2015 ed in particolare per la bella stagione. Lei cos'ha in programma? Potrà aiutare i nostri follower a buttare giù la pancia con qualche sana camminata o a dimenticare lo stress della città con la magia del paesaggio alpino? 

UB: Per il 2015 potrei consigliarvi di rivedere il vostro concetto di “estremo”. Molte cose vengono considerate estreme senza conoscere i reali margini di sicurezza con cui ci si muove. Nel nuovo anno potreste informarvi riguardo ad un'attività che vi eccita e vi spaventa allo stesso tempo e magari scoprirete che con la dovuta formazione non è poi così impossibile o pericolosa.
 
arrampicata libera su roccia
Dott_A: Prima di salutarci ci dica dove possiamo trovare  tutte le informazioni su di lei e ci faccia un regalo, ad esempio, un consiglio o un detto appreso da qualche Guida più anziana. 

UB: sul mio sito, all'indirizzo: www.umbertobado.com potete trovare tutto quello che propongo ed un blog aggiornato sulle attività effettuate con i clienti e a livello personale.
Frasi e detti che rimangano scolpite nella testa non ne ho ancora ma ogni tanto con il mio compagno di arrampicata storico rivanghiamo un vecchia storia. Eravamo diciannovenni, con poca esperienza ma tanta voglia...Dalle quattro di mattina stavamo salendo lungo la cresta sud dell'Aiguille noire du Peutery, uno degli itinerari più belli delle Alpi. Verso le nove di mattina arriva una nuvola e cominica a nevicare. Mentre decidevamo il da farsi, sopra le nostre teste dalla nebbia appare una corda e una persona che si cala. Era Matteo G. una nota Guida che era qualche ora davanti a noi con una cliente. Si stava calando, “Se si cala lui qui si mette male, via tutti”... Iniziamo a scendere per la parete con lui e la sua cliente, lui conosceva delle scorciatoie e noi lo seguivamo passando in alcuni posti orripilanti... Ad un certo punto Matteo ha dovuto arrampicare per 10 metri per riguadagnare la giusta linea di discesa, noi sotto e lui sopra che saliva. Essendo una via facile non stava mettendo nessuna protezione (n.d.r: contro un'eventuale caduta). Arrivato quasi in cima alla paretina un appoggio si rompe. Si stacca un bel massone e lui rimane appeso solo con le mani... Noi gelati, rigidi come baccalà e pronti a vederlo precipitare. Lui ci guarda, sorride ed esclama “finchè le mani sono buone!!”. Ride e riprende a scalare. Cazzo Matteo se ci siamo cagati addosso! Ciao a tutti!

Grazie Umberto e a presto!

By Dott_A

  



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